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Scuola sempre più cara per le famiglie italiane, cosa è aumentato di più e perché

Secondo le associazioni dei consumatori le famiglie potrebbero arrivare ad avere una spesa fino a 500 euro a studente con l’inizio della scuola per l’acquisto dei libri di testo. Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione Librai Italiani a Fanpage.it: “Il prezzo è stabilito dagli editori, ma bisogna disinnescare questo tema. Le istituzioni intervengano con maggiori sostegni e l’introduzione della detrazione fiscale”.
A cura di Ida Artiaco
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Con l'avvicinarsi dell'inizio dell'anno scolastico, che a seconda dei calendari regionali sarà verso la metà di settembre, molte associazioni di consumatori stanno mettendo in guardia le famiglie sull'aumento dei prezzi per zaini, astucci, libri e dizionari. Un vero e proprio salasso, con incrementi considerevoli che andranno a pesare non poco sul bilancio familiare.

I numeri del caro scuola: spesa fino a 1200 euro a studente

Secondo Assoutenti, che ha diffuso nei giorni scorsi le prime stime sul “caro-scuola”, tra diari, astucci, zaini, dizionari e libri, la spesa potrà superare i 1.200 euro a studente. La voce più pesante di questo ritorno a scuola sembra essere proprio quella dei libri di testo. In questo caso, la spesa è variabile e sale in base dal grado di istruzione: si passa dai circa 300 euro a studente della prima media ai 600 euro del liceo, compresi i dizionari, ma si può arrivare anche a 700 euro in alcune classi, un business che supera quota 1 miliardo di euro all’anno.

Stangata sui libri di testo

Stime, queste, confermate dall'Osservatorio Nazionale Federconsumatori che ha preso in considerazione le adozioni di testi scolastici di diverse classi delle scuole medie inferiori, licei ed istituti tecnici, secondo cui per ogni studente in media si spenderanno 502,10 euro per i testi obbligatori + due dizionari. La variazione rispetto al 2022 è del +4%. Il consiglio delle associazioni dei consumatori, ma anche degli studenti, è quindi quello di rivolgersi al mercato dell'usato dove talvolta si possono trovare anche testi nuovi.

Ali a Fanpage.it: "Cifre non riflettono la realtà dei fatti"

Tuttavia, secondo Paolo Ambrosini, presidente dell'Associazione Librai Italiani, si tratta di numeri che non riflettono la realtà dei fatti. "Per la prima media sono circa 270 euro a studente, quindi siamo ben lontano dai 500 euro indicati – ha spiegato a Fanpage.it -. Poi è chiaro che se a questa cifra ci aggiungiamo l'acquisto di materiale ulteriore come dizionari o altro si può anche arrivare a 500 euro. Ma se ci fermiamo ai soli libri di testo richiesti dalle istituzioni scolastiche la cifra non corrisponde a quella indicata".

Ambrosini ci ha ricordato che "il prezzo dei libri di testo è stabilito dagli editori, quindi non dalla rete distributiva ma da quella produttiva a inizio anno. C'è un impegno a mantenere fermo il prezzo malgrado le possibili oscillazioni sui beni di produzione come ad esempio è avvenuto l'anno scorso con l'aumento dell'energia. Ricordiamo tutti la forte impennata dell'inflazione durante il periodo estivo, che coincide con quello di produzione dei libri di testo. Quest'anno l'Aie ha dichiarato l'incremento medio del 3,2% per i prezzi dei libri di testo. È chiaro che è una media, però non sarei sui 500 euro che mi sembra un dato eccessivamente allarmistico e per altro dannoso per l'immagine del libro e della filiera economica e produttiva che c'è dietro oltre che per le librerie e cartolibrerie che faticosamente forniscono servizi tutto l'anno a famiglie e istituzioni scolastiche".

Si tratta di un aumento che si è verificato anche su altri beni che si acquistano. "È una dinamica economica a cui anche il mondo del libro è soggetta. Quello che spiace è che ogni anno, in prossimità dell'avvio dell'anno scolastico, si lancino questi messaggi fuorvianti senza andare a guardare alla realtà del problema. Per noi riguarda il fatto che nel momento in cui viene definita l'adozione dei libri di testo, e cioè a fine maggio, la filiera produttiva ottiene un valore di mercato, che oggi ammonta a 800 milioni di euro, e a fronte di quel valore ci sono impegni degni di marginali rispetto alle istituzioni scolastiche. Per noi è inconcepibile che all'inizio dell'anno scolastico non sia mai garantito dalla piena disponibilità dei tesi adottati. Non ha senso in un mercato di questo tipo".

L'appello: "Più sostegno alle famiglie e introduzione della detrazione fiscale"

Infine, Ambrosini ha lanciato un appello alle istituzioni: "La prima cosa da fare, è dal 2000 che lo diciamo, è disinnescare il tema della spesa per le famiglie, che oggettivamente c'è, ed è una spesa frutto del fatto che i figli frequentano una scuola che serve a loro ma anche alla collettività. Quindi c'è doppio interesse, pubblico e privato, che entra in gioco e a fronte di questo sarebbe necessario che ci fosse sostegno maggiore per tutte le famiglie, a partire da quelle che hanno un disagio economico-sociale per le quali già esistono dei fondi, attualmente sono 133 milioni che noi stiamo chiedendo a questo governo che siano portati almeno a 170 milioni di aiuto diretto.

Chiediamo anche l'introduzione di una detrazione fiscale, al pari di quanto avviene con le spese mediche, per avvalorare questo co-interesse pubblico-privato rispetto alla formazione dei giovani. Quest'anno queste proposte le abbiamo rinnovate in un incontro che c'è stato anche al ministero, ci sembra che siano due linee su cui il governo sta ragionando, speriamo che la situazione della finanza pubblica consenta di trovare lo spazio per fare tutto questo. Una volta disinnescato il problema del caro libro, si dovrà necessariamente andare ad approfondire altri tipi di questioni, legate più alla filiera, ma che devono essere affrontate perché la marginalità ridotta alle librerie sta mettendo a rischio la tenuta della rete distributiva nei nostri territori con danni diretti e indiretti che si produrranno non solo sull'economia ma anche sulla diffusione del sapere".

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