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Scuola, Miur consiglia classi aperte e gruppi di livello: alunni divisi in bravi e asini?

Una circolare del Ministero dell’Istruzione ricorda alle scuole la possibilità di introdurre “classi aperte e gruppi di livello” per attuare una didattica più individualizzata e personalizzata, ma ha scatenato un vivace dibattito nel mondo della suola italiana sugli alunni divisi in base alla bravura.
A cura di Antonio Palma
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Una circolare del Ministero dell'Istruzione per dare consigli sulla modalità di stesura del nuovo Piano triennale dell’offerta formativa, inviata ai presidi nel dicembre scorso, ha finito per accendere un vivace dibattito nel mondo della suola italiana sulle classi differenziate. Molti infatti credono che il riferimento a classi flessibili e gruppi di livello di cui il Miur parla in effetti possa aprire le porte da un scuola del tutto diversa da quella attuale fatta di classi divise tra alunni bravi e alunni asini. In realtà la nota ministeriale non impartisce imposizioni e si limita a ricordare i nuovi strumenti a disposizione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici nel preparare il piano formativo, anche se sottolinea tra le altre cose proprio la necessità di avere maggiore flessibilità nella didattica.

In particolare si fa riferimento a due novità principali, una che riguarda la possibilità di poter stabilire una diversa distribuzione delle ore di lezione di ciascuna materia superando quindi la rigidità dell'orario scolastico in favore di moduli articolati; la seconda si riferisce invece proprio all'organizzazione della didattica consigliando di prendere in considerazione la possibilità di disporre le classi in gruppi di livello. Nel primo caso la proposta in pratica permette a una materia o a un gruppo di materie di essere articolata in un tempo più limitato e intensivo anziché sull'intera durata dell'anno scolastico. Per assecondare i ritmi di apprendimento dei ragazzi ad esempio si concentrano tutte le ore di una materia nel primo quadrimestre, usando il successivo per un’altra disciplina.

La seconda proposta invece prevede l'introduzione di "classi aperte e gruppi di livello" per attuare una didattica più individualizzata e personalizzata. In pratica sarebbe possibile organizzare lezioni differenziate a seconda delle abilità degli alunni creando all'interno della classe sottogruppi che intraprenderebbero percorsi diversi in determinate ore. I sottogruppi quindi ad esempio potrebbero approfondire una determinata materia, mentre altri recuperare in un'altra a seconda dei bisogni. Un esperimento che ad alcuni fanno tornare in mente "le classi differenziali di infausta memoria, l’idea che i bravi devono stare con i bravi, gli scarsi con gli scarsi", mentre per altri potrebbe essere un interessante elemento per far emergere le potenzialità dei migliori e nel contempo recuperare chi è più indietro con programmi appositi.

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