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Schiava sessuale del compagno della madre da quando aveva 5 anni, ora si rifiuta di vederla: “Mi dà la colpa”

Per 20 anni è stata ridotta in schiavitù dal compagno della madre in un alloggio popolare di Asti. La donna sostiene di non aver mai saputo degli abusi sessuali subiti dalla figlia da quando aveva appena 5 anni e afferma di aver avuto paura di lui. Dopo l’arresto dell’uomo, avvenuto lo scorso dicembre, la vittima oggi 27enne ha voluto lasciare la casa in cui viveva e interrompere i rapporti con la mamma, che reputa complice.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Per 20 anni è stata violentata e abusata dal convivente della madre, poi finalmente l'incubo si è spezzato. Giacinto Sostero, così si chiama l'uomo accusato delle violenze, è finito in carcere, mentre la giovane sottoposta a continui abusi ha compiuto 27 anni e ha lasciato la casa della madre senza voltarsi indietro. "Ho vissuto vent'anni con una bestia e non me ne sono accorta. Mia figlia non vuole più parlarmi, mi dà la colpa degli abusi che ha subito, dice che non ho saputo difenderla ma non ci riuscivo, avevo paura di lui".

Sostero è in carcere dallo scorso dicembre con l'accusa di violenza sessuale, riduzione in schiavitù, maltrattamenti e produzione di materiale pedopornografico. Al quotidiano La Stampa, l'ex compagna e mamma della vittima ha raccontato la "nuova vita" della figlia, lontana dall'abitazione nella quale per oltre 20 anni ha sofferto e soprattutto lontana da lei. L'uomo ora in arresto, come si legge nelle carte del processo, avrebbe costretto la figlia della sua convivente fin da quando aveva 5 anni a subire atti sessuali, indossare vestiti non adatti alla sua età e a digiunare, chiusa in una stanza al buio. Le accuse a suo carico sono tante, ma leggerle è come sprofondare all'inferno.

"Voleva fare sì che la bambina restasse incinta – si legge nelle accuse – perché la considerava la sua nuova compagna e lei doveva considerare la madre come una sorella". "Con lui vivevo in una prigione psicologica, mi terrorizzava – spiega la mamma della vittima, oggi 27enne -. Avevo paura che uccidesse me e mia figlia". Gli abusi sarebbero avvenuti mentre la donna era al lavoro o mentre lei dormiva. "Quando l'ho conosciuto, mi ero appena trasferita nell'alloggio popolare dove lui poi è venuto a vivere. Ero sola e mia figlia aveva 5 anni, era seguita dai servizi sociali. All'inizio era gentile, mi accompagnava a fare la spesa e mi sembrava premuroso. Poi si è insinuato nelle nostre vite".

"Mi sono sempre sentita inadeguata e un po' stupida, lui mi faceva stare bene, mi sentivo apprezzata. All'inizio, almeno, ma era solo per finta. Poi ci ha relegato in casa, io non potevo uscire senza di lui. Quando mia figlia è diventata adolescente, ha fatto la stessa cosa con lei. Non poteva incontrare gli amici o avere un telefono. Non è mai andata a una festa di compleanno". La donna ha raccontato di aver finto per anni che la sua vita, insieme a quella della figlia, fosse normale. 

Tutto è cambiato quando un commerciante ambulante, dove la donna andava a fare la spesa, ha capito che qualcosa non andava in casa. L'ha convinta a chiedere aiuto alle forze dell'ordine, accompagnandola. Da lì è partita l'inchiesta. "Quando lo hanno arrestato mi sono sentita libera. Rivederlo in tribunale con quell'aria indifferente mi ha fatto sentire male. Mia figlia non mi vuole più vedere e non so come potrò farmi perdonare".

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