Scambiata in culla 26 anni fa, chiede 9 milioni alla Regione: “Finì in famiglia indigente”

Dopo i parti, entrambi avvenuti il 22 giugno 1989 nella sala operatoria dell’ospedale di Canosa di Puglia, qualcosa andò storto e le due neonate furono scambiare in culla e affidate l'una alla famiglia dell'altra. Ora a 26 anni di distanza una delle due ha scoperto quanto avvenuto chiedendo alla Regione Puglia ben 9 milioni di euro di risarcimento del danno. Come racconta la Gazzetta del Mezzogiorno, per quello strano bivio del destino la ragazza infatti fu consegnata ad una famiglia assolutamente indigente che l’ha sottoposta ad umiliazioni e sofferenze fino a quando non è stata portata in un istituto e successivamente adottata da una nuova famiglia di Foggia. Come ricostruisce il quotidiano, la famiglia della ragazza era talmente indigente che molto spesso non c’era nulla da mangiare e la bimba era costretta a subire violenze verbali e a dormire insieme ad un fratellino malato in lenzuola sporche che venivano cambiate raramente. Solo sul finire degli anni ‘90, con il padre che va a convivere con una nuova compagna e la madre che si trasferisce a Torino, lei e i fratelli finiscono prima dai nonni e poi in un istituto.

Poi l'adozione e una vita più tranquilla fino al 2012 quando attraverso una foto vista su Facebook iniziano i primi sospetti fino ad arrivare poi anche alle certezze. La ragazza infatti era troppo simile alla sorella dell’altra, a sua volta uguale alla madre della prima ed erano entrambe nate lo stesso giorno nello stesso ospedale. Come racconta il giornale, l’esame del Dna ha accertato scientificamente la paternità, così è scattata la richiesta di risarcimento che sarà discussa in Tribunale a fine settembre. Per il momento nessuna iniziativa invece da parte dell'altra ragazza scambiata in culla che, dopo un difficile rapporto adolescenziale con i genitori, è andata via di casa a 18 anni sposandosi .