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Sbranato da tigri, la moglie della vittima: “Non toglietemi i miei animali”

Parla la moglie del 72enne dilaniato dai felini, mentre era nella gabbia per dare loro del cibo: “Mio marito ha fatto una grossa imprudenza, una tigre era nervosa. Ora però non toglietemele”. La donna è anche proprietaria degli animali, tenuti in un bioparco chiuso a Pinerolo.
A cura di Biagio Chiariello
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"Mauro ha fatto una grossa imprudenza, gli avevo detto di non entrare nella gabbia perché la tigre Samir era nervosa". E' il retroscena svelato da Carla Agosteo, moglie di Mauro Laggiard, l'uomo è sbranato da tre tigri in un'area collinare di Pinerolo, nel Torinese, dove per anni c'è stato un bioparco, poi chiuso. Una tragedia avvenuta proprio sotto gli occhi della donna, che prima di chiamare i soccorsi, è riuscita anche a riportare nella sua gabbia Samir, la tigre di sei anni che ha dato il colpo di grazia al marito. "Sono entrata con una pala – racconta la donna – ma ci ho messo un'ora e mezza a calmare le bestie, poi ho dato l'allarme". Di separarsi dalle tigri, però, non ha nessuna intenzione. "Non portatemi via i miei animali – dice rivolgendosi direttamente al sindaco di San Pietro Val Lemina – . Non portatemeli via, se no…".

In realtà il comune di Pinerolo aveva già emesso una ordinanza che prevede il trasferimento delle tigri in un luogo sicuro. Ma dal momento che una sistemazione adeguata ancora non è stata trovata, gli animali sono rimasti nel bioparco. Le tigri che hanno sbranato Laggiard sono state affidate ai veterinari dell'Asl Torino 3. La loro sorte sarà decisa nelle prossime ore dalla magistratura.

"Le tigri non smettono mai di essere felini con una grossa aggressività, anche se vengono trattati bene e anche se in cattività da molto tempo, possono interpretare anche solo un gesto inusuale, un odore, come un messaggio specifico e andare all'attacco. La situazione nel vecchio parco tigri di Martinat, a Pinerolo, è in effetti una situazione delicata alla quale da anni si cercava una soluzione". E' la spiegazione del presidente dell'Ordine dei veterinari di Torino, Thomas Bottello. "Il problema è che la vittima era il proprietario degli animali che li aveva sempre gestiti a modo suo permettendo anche che si riproducessero – ha aggiunto Bottello, commentando la vicenda dell'uomo sbranato – per cui è sempre stato difficile interagire con lui in modo definitivo".

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