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Sassari, agente aggredito a calci e pugni al carcere di Bancali: detenuto tenta di strappargli le chiavi

Aggressione a un agente nel carcere di Bancali: un detenuto tenta di prendergli le chiavi e lo colpisce anche con un estintore. Sindacati denunciano sovraffollamento e scarsa sicurezza.
A cura di Davide Falcioni
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Ancora un episodio di violenza nel carcere di Bancali, a Sassari, dove un agente della polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto deciso a impossessarsi delle chiavi delle celle. Secondo quanto ricostruito, il recluso avrebbe colpito il poliziotto con calci e pugni, riuscendo a metterlo a terra. In quei momenti avrebbe anche afferrato un estintore, tentando di usarlo contro l’agente, prima di essere bloccato dall’intervento di altri colleghi.

Il poliziotto ferito è stato portato d’urgenza al Pronto soccorso del Santissima Annunziata con un’ambulanza del 118. A denunciare la gravità dell’accaduto sono il delegato nazionale per la Sardegna del Sappe e il segretario generale regionale della Fns Cisl, Giovanni Villa, che tornano a puntare il dito contro le condizioni operative nelle carceri dell’isola.

"Il Sappe esprime profonda vicinanza al collega ferito e fermo apprezzamento per la sua prontezza, professionalità e straordinario senso del dovere e ribadisce la necessità di garantire adeguate tutele e riconoscimenti al personale della polizia penitenziaria, che quotidianamente – e spesso anche fuori servizio – si trova a intervenire in situazioni di pericolo per la sicurezza pubblica", dichiara il segretario provinciale Antonio Cannas.

Il fronte sindacale denuncia inoltre criticità strutturali che da tempo, sostengono, aggravano la gestione interna degli istituti. "All'amministrazione carceraria chiediamo con forza di rivedere le attuali modalità di assegnazione dei detenuti, che da tempo alimentano un sovraffollamento insostenibile nelle carceri sarde, dove ormai pare si ricorra persino alla quarta branda a castello. Decisioni tanto irresponsabili quanto dannose stanno mettendo in seria difficoltà l'intera macchina penitenziaria. È una situazione vergognosa e umiliante, che non può più essere ignorata", conclude Villa.

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