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Sardegna, speranze per l’ulivo millenario divorato dagli incendi: “Il patriarca vivrà ancora”

Sa Tanca Manna, ulivo selvatico con un fusto di circa 10 metri di circonferenza per un’altezza di 16 metri e mezzo, è stato divorato dagli incendi divampati in Sardegna nei giorni scorsi. L’albero è andato quasi del tutto distrutto, tuttavia restano ancora alcune speranze. Il botanico Gianluigi Bacchetta: “Il patriarca riuscirà a sopravvivere; resterà mutilato e ridotto ai minimi termini, ma la parte di sinistra sembra vitale e l’intervento provvidenziale dei pompieri ha avuto effetto”.
A cura di Davide Falcioni
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I roghi che hanno divorato migliaia di ettari di bosco in Sardegna negli ultimi giorni hanno inghiottito anche Sa Tanca Manna, come era chiamato l'olivo millenario di Cuglieri, un rarissimo esempio di archeologia botanica non a caso da tutti considerato il "patriarca" del territorio. L’albero era un olivastro (Olea europaea oleaster), ovvero un ulivo selvatico, con un fusto di circa 10 metri di circonferenza per un'altezza di 16 metri e mezzo, dimensioni che ne testimoniavano la straordinaria anzianità. Non a caso Sa Tanca Manna era registrato nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.

"L’oleastro di Tanca Manna non esiste più", ha raccontato ieri Ignazio Camarda, Professore Ordinario di Botanica sistematica presso il Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari. "Il suo possente tronco è nascosto dalla amplissima chioma rovinata a terra con i suoi mille rami, i tronchi continuano a bruciare, si affonda nello strato di cenere caldissima, la ceppaia brucia ancora con fiamma vivace. È impossibile fare qualcosa. Una piccola parte basale del tronco sembra meno compromessa. Andiamo via per riferire in Comune. Nel frattempo una autobotte ed un pick up dei vigili del fuoco passa nella stretta strada. Torniamo indietro pensando che stiano andando all’oleastro. Non è così. Il mezzo sta fermo in mezzo alla radura poco lontano a presidiare un altro aspetto del disastro ambientale. Arriva una macchina della polizia municipale. Riferiamo che forse si può fare qualcosa. Ma non riceviamo che una bottiglia d’acqua e l’impegno di informare subito il centro di coordinamento. Il fuoco continua a consumare il tronco dall’interno. A questo punto ci facciamo sentire dai vigili del fuoco, che in breve raggiungono la posizione utile per utilizzare il getto d’acqua  per spegnere il fuoco. Sotto il potente getto d’acqua il vapore acqueo sollevato solleva una nuvola continua.  Facciamo concentrare il getto in una parte che pensiamo (speriamo) tuttora vitale".

L'incendio di Sa Tanca Manna rappresenta il doloroso simbolo della nuova tragedia ambientale, sociale ed economica che si è abbattuta sull'isola. Non è ancora detto, però, che dalle ceneri e dal fuoco l'olivo millenario non riesca a rinascere. Come scritto dal professor Camarda, infatti, ci sono speranze che una parte dell'albero riesca a sopravvivere e dello stesso avviso è il collega Gianluigi Bacchetta, botanico cagliaritano: "Il patriarca riuscirà a sopravvivere; resterà mutilato e ridotto ai minimi termini, ma la parte di sinistra sembra vitale e l’intervento provvidenziale dei pompieri ha avuto effetto. Il tronco e le radici non ardono più e adesso bisogna continuare a bagnare la rizosfera per fare abbassare le temperature del suolo, poi si vedrà. Forza, coraggio e resilienza". Solo domani, dopo un sopralluogo degli esperti, si potrà stabilire con certezza se l'ulivo selvatico millenario riuscirà a sopravvivere anche a questa sciagura.

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