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Sara e Jessica uccise in A28, familiari mai risarciti: sequestrati case e terreni all’automobilista

n vista della fine del secondo grado di giudizio del procedimento penale avrebbe cercato di disfarsi dei propri beni donandoli alla figlia in Bulgaria. A segnalare il caso alle autorità giudiziarie italiane è stato lo stesso consolato bulgaro.
A cura di Antonio Palma
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Pur essendo stato condannato in primo e secondo grado a 7 anni di reclusione per aver causato l’incidente stradale in A28 in cui morirono le cugine Sara Rizzotto, 26 anni, e Jessica Fragasso, 20enne, non ha mai pagato alcune risarcimento danni ai familiari delle vittime ma al contrario avrebbe cercato di trasferire i suoi beni ad altri familiari. Per questo nei confronti di Dimitre Traykov, 62enne imprenditore bulgaro, i giudici friulani hanno disposto il sequestro conservativo di tutti i beni posseduti dall’imprenditore nel suo Paese d’origine.

Una decisione quella della Corte d’Appello di Trieste che accoglie un’istanza presentata dai legali di parte civile dopo aver appreso del tentativo di trasferire le proprietà da parte dell’imputato. Si tratta di case e svariati terreni il cui valore dovrà essere ora valutato dai giudici.

In vista della fine del secondo grado di giudizio del procedimento penale, infatti, Traykov avrebbe cercato di disfarsi dei propri beni donandoli alla figlia, attraverso una procura consolare sottoscritta alla fine di febbraio, prima del processo in Corte d’Appello svolto ad aprile. A segnalare il caso alle autorità giudiziarie italiane è stato lo stesso consolato bulgaro.

“Sono soddisfatta del provvedimento della Corte di Appello di Trieste che, in poche ma significative battute di motivazione del sequestro conservativo, ha riassunto le circostanze probanti la nostra richiesta” ha dichiarato l’avvocato Alessandra Nava, legali di alcune delle parti civili, aggiungendo: “Purtroppo il comportamento processuale e personale dell’imputato, che non ha neppure assolto all’obbligo del pagamento delle spese legali liquidate dai giudici per la costituzione di parte civile dei familiari nei due gradi di giudizio, rendono attuale e fondato il pericolo di un danno ulteriore per i miei assistiti i quali, va ricordato, ad oggi non hanno ricevuto nulla a titolo di risarcimento”

La tragedia della A28 risale al gennaio dello scorso anno quando l'auto su cui viaggiavano le due cugine e le bambine di Sara Rizzotto, scampate alla tragedia, fu violentemente tamponata da un Suv che andava a 180 all'ora tra le località di Villotta di Chions e Azzano Decimo, in Provincia di Pordenone. Il conducente della vettura uscì indenne dal mezzo e scappò tra le campagne. Ora è accusato di omicidio stradale aggravato dall'omissione di soccorso.

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