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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, il fidanzato: “Volevamo sposarci. Non pensavo che potessero ucciderla”

Il fidanzato 21enne di Saman Abbas ha confidato alla redazione di Quarto Grado le sue ansie sul destino della fidanzata. “So che è morta, ma spero sempre che non sia veramente così. Spero che sia viva da qualche parte” ha dichiarato. “Avevamo denunciato, cosa potevamo fare? Credevamo che ci avrebbero tutelati”
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Avevamo segnalato, avevamo denunciato. Più di quello che abbiamo fatto, come dovevamo comportarci? Credevamo che saremmo stati protetti" ha riferito il fidanzato 21enne di Saman Abbas durante la trasmissione Quarto Grado. Il giovane ha confidato le sue paure alla redazione del programma televisivo, manifestando le proprie ansie sulle sorti della fidanzata. I due si erano conosciuti su TikTok nel periodo in cui la 18enne era ospite di una struttura protetta nel Bolognese dopo aver denunciato i tentativi dei familiari di costringerla a un matrimonio combinato in Pakistan. Avevano anche deciso di sposarsi: la ragazza avrebbe dovuto raggiungere il 21enne a Roma, dove lui vive, per iniziare una nuova vita insieme. Durante una settimana insieme nella Capitale, i due avevano già adocchiato l'abito per la cerimonia.

Nell'arco di poco tempo la situazione sarebbe precipitata: i familiari di Saman sono venuti a conoscenza della sua nuova relazione e hanno cercato di ostacolarla. La giovane ha dovuto fingere di aver interrotto quel rapporto per tutelare l'incolumità del 21enne e della sua famiglia in Pakistan, già minacciata dal padre Shabbar Abbas. I suoi sforzi però non sono bastati, perché qualcuno ha rivelato alla famiglia che quel rapporto era ancora in corso. Secondo gli inquirenti, i genitori avrebbero fatto finta di niente mentre orchestravano l'omicidio della figlia. Lei però aveva già capito qualcosa, confessando al fidanzato di avere paura per la propria vita.

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"Non ci aspettavamo che i suoi genitori potessero fare una cosa del genere – ha raccontato alla redazione di Quarto Grado il 21enne -. Non credevo potessero uccidere la figlia per punizione. Qui non è questione di religione, anche io sono pakistano e islamico, ma non penserei mai di togliere la vita a una persona per questo. Si tratta di ignoranza e di tradizioni da villaggio che portano a cose inaccettabili. La famiglia di Saman voleva costringerla in un matrimonio col cugino per far sì che i terreni di proprietà della famiglia Abbas restassero totalmente sotto lo stretto controllo familiare. Io non facevo parte di quel clan e quindi, anche se sono islamico e pakistano, non potevo far parte della famiglia". Il giovane, quindi, ha smentito l'ipotesi di un matrimonio contratto per un debito da risanare: i motivi dietro quell'imposizione erano di tipo economico, ma non riguardavano conti da pagare. "In famiglia non esistono debiti – ha specificato il 21enne -. Semplicemente nei villaggi queste sono cose che si fanno per mantenere il controllo delle proprietà. Usanze arcaiche, appunto".

Secondo il 21enne, Saman sarebbe stata uccisa. Non ha idea di chi possa aver materialmente compiuto il gesto, ma spiega di essere convinto che la sua fidanzata sia morta. "Me ne rendo conto, so che è stata uccisa, però non riesco a non augurarmi che non sia veramente andata così. La penso da qualche parte, ancora in vita".

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