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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, al via il processo: in aula lo zio e i due cugini, prossima udienza il 17 febbraio

È iniziato a Reggio Emilia il processo per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa il 30 aprile 2021 a Novellara, per essersi opposta a un matrimonio combinato. Presenti in aula lo zio e i due cugini, imputati insieme ai genitori della giovane. Prossima udienza il 17 febbraio.
A cura di Chiara Ammendola
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È iniziato questa mattina in Corte D'Assise a Reggio Emilia il processo per la morte di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa nella notte tra il 30 aprile e l'1 maggio 2021 a Novellara per essersi opposta a un matrimonio combinato.

Imputati la madre e il padre della giovane, Nazia Shaheen, 47 anni, e Shabbar Abbas, 46 anni, lo zio Danish Hasnain, 34 anni, e i due cugini Ikram Ijaz, 28 anni, e Nomanhulaq Nomanhulaq, 35 anni.

Assenti in aula i genitori. La madre è ancora latitante in Pakistan, mentre il padre è stato arrestato e si trova in carcere a Islamabad, in attesa delladecisione del tribunale sull'estradizione.

Presenti invece in Corte d'Assise a Reggio Emilia gli altri imputati, tra i quali lo zio Danish, colui che è ritenuto l'esecutore materiale del delitto e che lo scorso novembre ha indicato agli inquirenti il luogo in cui era sepolto il cadavere di Saman.

I genitori di Saman all'aeroporto di Malpensa il giorno dopo la scomparsa
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L'avvocato del 34enne, Liborio Cataliotti, ha chiesto un rinvio vista la mole inattesa del materiale consegnato dalle parti civili. Richiesta a cui si sono aggiunti anche i difensori dei due cugini. “È necessario il rinvio per poter consultare tutte le ricostruzioni di parti civili che sono intervenute – le parole di Luigi Scarcella, avvocato di Nomanulhaq Nomanulhaq – in particolare modo gli statuti, in modo da poter pendere posizione con cognizione di causa. Era inevitabile, speriamo di farcela per le 15”. La Corte ha concesso un rinvio ad horas e l'udienza è stata rinviata al pomeriggio.

Poi, ascoltate le eccezioni dei difensori sulle costituzioni e le repliche degli avvocati delle parti civili, la Corte di assise di Reggio Emilia si è riservata la decisione su chi ammettere e chi escludere, rinviando tutto alla prossima udienza, il 17 febbraio.

Le accuse del fratello di Saman "non sono credibili, sono smentite dai filmati di quella notte", ha detto l'avvocato Liborio Cataliotti. In una testimonianza era stato il fratello minorenne a dire che è stato lo zio a commettere l'assassinio, ma Danish "non è rientrato nella casa di Abbas quella notte – ha continuato il legale – mi sono guardato ore di filmati, esiste l'immagine precisa in cui entra in quell'abitazione ed è della mattina successiva, è facilmente riconoscibile. La versione accusatoria del ragazzo nasce zoppa su un punto focale".

I Ris sul luogo del ritrovamento del cadavere di Saman
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Hasnain, che insieme a Nomanhulaq, ha acconsentito a essere ripreso dalle telecamere, si è presentato con un giubbotto rosso smanicato. Nomanhulaq indossa una felpa scura, mentre Ikram Ijaz una giacca marrone. Nell'aula della Corte d'Assise oltre a una ventina di persona presenti in videocollegamento tra anche quattro consiglieri comunali che hanno seguito il caso.

“È un caso che ci ha sconvolto profondamente – il commento di Cinzia Ruozzi, una delle consigliere – perché Saman era una cittadina della nostra terra, una nostra studentessa e una nostra figlia, e ci sentiamo coinvolti anche perché la nostra città attua delle politiche di contrasto contro la violenza di genere molto attive”. All'entrata del tribunale, una decina di donne dell'Associazione "Non Una di meno" hanno srotolato uno striscione rosa con la scritta "Toccano una, toccano tutte".

Saman e Saqib Ayub, il fidanzato che la famiglia non accettava
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Assente in aula invece il fidanzato di Saman, Saqib Ayub: “È ovviamente un ragazzo provato, dopo quello che è accaduto, come lo sarebbe qualsiasi ragazzo a cui viene uccisa una fidanzata e si trova in Italia in una situazione terribile come questa”, ha spiegato Claudio Falleti, avvocato del giovane.

“Oggi non è presente, ma ci sono io a rappresentarlo – le sue parole – e ci costituiremo parte civile proprio per onorare Saman, per Saqib, per ottenere giustizia e perché la costituzione di parte civile è un atto condiviso, insieme con tutte le altre parti costituite e lo scopo è anche quello di dare un segnale e un monito contro questi crimini violenti che vengono commessi nei confronti di queste ragazze vittime di matrimoni forzati”.

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