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Salma del figlio impresentabile, la bara deve stare chiusa. “Negato a mio figlio l’estremo saluto”

Una storia amara che arriva da Venezia. I familiari del giovane deceduto in circostanze tragiche il mese scorso, suo malgrado p finito al centro di un caso di cronaca per i risvolti “funerari” che hanno destato scalpore in tutta Riviera del Brenta…
A cura di Biagio Chiariello
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Non bastava il dolore per la morte di un figlio: i suoi familiari non hanno neanche potuto dargli un decoroso addio perché la sua salma era “impresentabile”. Una vicenda amara avvenuta un mese fa in Riviera del Brenta (Venezia) e riportata sul Gazzettino. Di chi sia "la colpa" ancora non è chiaro, ma da questa brutta storia ora è si generata una diatriba tra la famiglia del ragazzo deceduto, l'obitorio dell'ospedale di Dolo e le pompe funebre.

Stando a quanto ricostruito, il titolare dell’impresa di onoranze funebri a cui la famiglia si è rivolta, afferma di aver sporto denuncia per lo stato di conservazione “disastroso” in cui aveva trovato la salma all’atto della vestizione, il giorno dei funerali, sentendosi contestare dall’Ospedale che il corpo del defunto era giunto in obitorio a Dolo già in uno stato compromesso.

I fatti, però, mostrerebbero un’altra realtà. Dal racconto della famiglia, la madre aveva sentito al telefono il figlio alle ore 16 di quella domenica e il ritrovamento del cadavere in casa è avvenuto verso le 18.10, quando i genitori sono rientrati e hanno cercato di soccorrere il ragazzo ormai senza vita. Hanno quindi chiamato il 118, la cui ambulanza è giunta subito e lo staff medico dopo aver tentato, secondo protocollo, le manovre rianimatorie, non ha potuto che constatarne il decesso.

Le successive operazioni sono state rapide: alle 18.50 i carabinieri erano già sul posto; alle 19.15 concedevano il nulla osta alla rimozione del cadavere e, arrivata subito dopo l’impresa funebre, alle 20.05 la salma è stata consegnata all’obitorio di Dolo. La mattina successiva, il medico legale avrebbe effettuato l’ispezione cadaverica esterna, certificando che il corpo era in buono stato. A questo punto però qualcosa sarebbe andato storto. Visto che il giovane aveva tanti amici, anche da fuori regione, i familiari hanno deciso per giovedì la data dei funerali con partenza dall’obitorio alle 14.30. L’impresa funebre avrebbe chiesto anticipatamente di poter preparare la salma, ma dall’obitorio è stato risposto che le operazioni non si potevano compiere prima delle 11 del giorno stesso del funerale. Quando la mattina di giovedì il titolare si è presentato in obitorio, ha trovato la salma ormai in avanzato stato di decomposizione. A quel punto è stato costretto a chiamare la famiglia e spiegare che era impossibile tenere la bara aperta.

A questa ferita si sono quindi aggiunte le giustificazioni addotte dall’Azienda Ospedaliera che vengono respinte dai parenti: “Siamo rimasti offesi e indignati da questa gestione del caso da parte dell’obitorio di Dolo che, oltre a ferire noi, ha screditato ingiustamente l’impresa funebre a cui ci siamo rivolti” affermano i familiari della vittima, che intendono andare a fondo della questione per conoscere le responsabilità di questa vicenda amara.

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