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Roma ha paura: dopo gli spari, estesa la zona rossa a Montecitorio

Sale l’allerta dopo l’attentato di ieri a Palazzo Chigi. Esteso di circa dieci metri il transennato a Piazza Montecitorio. Rafforzata anche la presenza nella piazza degli uomini delle forze dell’ordine. Ed ora si studia su come evitare gesti simili in futuro.
A cura di Biagio Chiariello
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Nel timore che gli angosciosi eventi che hanno indirettamente contraddistinto la giornata del giuramento del Governo Letta possano ripetersi con conseguenze ancor più gravi di quelle già drammatiche di ieri, la questura di Roma ha deciso di estendere di circa dieci metri la zona rossa a Piazza Montecitorio. La disposizione, presa appunto in seguito alla sparatoria che ha portato al ferimento di due carabinieri nella zona di Palazzo Chigi, entrerà in vigore un'ora prima dell'insediamento del nuovo governo, previsto per le 15. Nello specifico, sarà spostato il limite del transennato della piazza, ovvero lo spazio antistante l'ingresso di Montecitorio che sarà interdetto anche ai pedoni. In quest'area potranno circolare solo ministri, cariche istituzionali, parlamentari, i loro collaboratori e dipendenti del palazzo del governo. Sarà rafforzata anche la presenza nella piazza degli uomini delle forze dell'ordine. Inutile, sottolineare che la disposizione porta alla riapertura del dibattito sulle scorte dei politici, che "non sono un capriccio ma rappresentano l'attuazione concreta di misure di sicurezza decise dalle autorità competenti" secondo il neo ministro della Difesa Mario Mauro.

Per questi motivi ora al Viminale si ragiona su come si possano evitare gesti simili. Senza dimenticare che nell'ultima relazione al Parlamento, i Servizi segreti avevano evidenziato una pericolosa correlazione tra l'acuirsi della crisi economica e i rischi concreti di un "innalzamento delle tensioni sociali" e un’intensificazione delle contestazioni a"esponenti di governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacali considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti". In tale ottica va sottolineata la decisione della Procura di Roma di non chiedere una perizia psichiatrica per lo sparatore,  Luigi Preiti, un uomo che “ha agito nel pieno delle sue capacità", secondo il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e il sostituto Antonella Nespola.

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