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Roma, donna decapitata: il movente non era il tentato stupro

Non è stato un tentativo di stupro a scatenare la follia omicida di Federico Leonelli contro colf ucraina della villetta in Via Birmania, a Roma. Il movente dell’efferato omicidio, secondo gli inquirenti, sarebbe collegato agli ultimi messaggi inviati dalla donna al suo datore di lavoro.
A cura di Angela Marino
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Oksana Martseniuk, la colf ucraina decapitata domenica 23 agosto nell'Eur, il quartiere della periferia sud di Roma, sarebbe stata aggredita all'esterno della villetta. Lo dimostrano alcune chiazze di sangue rinvenute dagli inquirenti sul pavimento antistante la porta. Secondo le prime ipotesi di indagine sull'efferato omicidio della donna avvenuto per mano del trentacinquenne Federico Leonelli, ucciso subito dopo aver commesso il delitto dagli agenti accorsi sul posto mentre tentava la fuga, l'aggressione sarebbe scattata in seguito ad un tentato stupro. Il ritrovamento delle tracce ematiche all'esterno, secondo l'opinione degli inquirenti, esclude però questa teoria, in quanto appare improbabile che l'uomo avesse tentato una violenza sulla vittima all'esterno, sotto gli occhi di tutti.

L'indagine, coordinata dalla Procura di Roma, accerterà anche le eventuali responsabilità degli agenti della polizia che hanno sparato all'assassino mentre, sorpreso all'interno dell'abitazione dopo aver ucciso e decapitato la colf ucraina in servizio nella villa, tentava di raggiungere l'auto per fuggire, ancora sporco di sangue e armato di mannaia. Leonelli si trovava ospite nella villa in Via Birmania per trascorrere un periodo di vacanza, mentre i proprietari, suoi amici, erano fuori città. "Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, non avevo sospetti su di lui quando l'ho ospitato e lasciato da solo in casa mia", ha confessato agli inquirenti Giovanni Ciallella, il proprietario della villa.

Il movente che ha spinto l'uomo ad accanirsi con tanta ferocia sulla trentottenne ucraina, è da ricercarsi probabilmente negli ultimi messaggi che la donna ha inviato al suo datore di lavoro nei giorni precedenti al delitto. Al proprietario in vacanza, la donna aveva raccontato di strani movimenti dell'ospite e del suo armeggiare con i coltelli. Forse, l'interesse della donna e le sue proteste per quesgli strani movimenti possono avere scatenato la rabbia omicida  dell'uomo.

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