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Riso Carnaroli e preparati per risotti richiamati dai negozi: metalli pesanti oltre i limiti

L’allerta e il richiamo sono scattati perché a seguito di test sui prodotti alimentari sono emersi livelli di cadmio superiori ai limiti consentiti per legge per il riso.
A cura di Antonio Palma
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Una serie di avvisi di richiamo per preparati per risotti e riso carnaroli Arconatura sono stati lanciati oggi dal Ministero della salute per possibile rischio chimico per i consumatori. L’allerta è scattata perché a seguito di test a campione sui prodotti alimentari sono emersi livelli di cadmio superiori ai limiti consentiti per legge per il riso.

I richiami, pubblicati oggi 8 marzo sul sito del Ministero ma datati 14 febbraio, riguardano lo stesso produttore di riso. Il riso e i preparati per risotti infatti sono stati tutti prodotti per l'azienda distributrice Arcobaleno Srl con riso perveniente dal Vercellese da dove è partita l'allerta.

Nel dettaglio, il richiamo riguarda un singolo lotto di Riso Carnaroli Arconatura, il numero 22052, venduto in confezioni da 500 grammi con termine minimo di conservazione fissato al 10 maggio 2024. La serie di avvisi riguardano anche sei preparati per risotto R8: cacio e pepe, ai funghi porcini e zafferano, ai funghi porcini, allo speck e funghi porcini, allo speck e radicchio, e al tartufo, venduto in confezioni da 400 grammi ciascuno.

In quest'ultimo caso il numero di lotto è sempre lo stesso: il 22082 con termine minimo di conservazione fissato al 10 agosto 2024. A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare i prodotti con i numeri di lotto e le scadenze indicati ma di restituirli al punto vendita d’acquisto.

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Il cadmio e i rischi per l'uomo

Il cadmio è un metallo pesante che, presente nell’aria, nell’acqua e nel suolo, può accumularsi nelle piante e negli animali, e quindi anche negli alimenti. Deriva sia da fonti naturali come le emissioni vulcaniche o l’erosione delle rocce, sia da attività industriali e agricole. Nell’uomo presenta un certo grado di tossicità, soprattutto per i reni, ma può essere dannoso anche per le ossa perché ne può provocare la demineralizzazione. Come segnala l’Istituto superiore di sanità, le principali fonti di esposizione al cadmio per l’uomo sono proprio alimenti come i cereali, le verdure, le noci, legumi e le patate. Per questo la dose settimanale di cadmio ammissibile negli alimenti non deve superare i 2,5 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo: lo ha stabilito il gruppo di esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).

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