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Rischia di ricevere un pacemaker a soli a 11 anni, salvato da un centro di Asti: “È tornato a una vita normale”

Un undicenne milanese, affetto da cardiopatia congenita, avrebbe dovuto ricevere un pacemaker a causa delle complicazioni di un intervento avuto in Lombardia. Ma, trasportato d’urgenza alla Cardiologia del Cardinal Massaia di Asti, è stato sottoposto a un’operazione di crioablazione che gli ha evitato questo rischio.
A cura di Bianca Caramelli
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Un ragazzo di Milano di soli 11 anni avrebbe probabilmente dovuto mettere il pacemaker già a questa giovane età. Ma questo rischio è stato evitato grazie all'intervento del reparto di cardiologia dell'ospedale Cardinal Massaia di Asti.

Come spiegato dai medici, il giovane soffriva di una cardiopatia congenita, condizione che gli causava una tachicardia molto veloce.

All'inizio si era rivolto a un ospedale in Lombardia dove era stato sottoposto a un'operazione che però non era andata al meglio. Da lì, si era infatti determinata una complicazione che appunto l'ha esposto al rischio di dover ricevere un pacemaker.

Inoltre "l’effetto parziale del primo intervento ha reso la situazione ancora più critica perché ha trasformato la tachicardia in una forma incessante e resistente a più farmaci", ha spiegato il primario della Cardiologia del Cardinal Massaia, Marco Scaglione.

Per questo motivo, l'undicenne è stato trasferito d'urgenza nella struttura di Asti, esperta nel campo dell'aritmologia pediatrica. Lì è stato sottoposto a un secondo intervento, dove è stata utilizzata l'innovativa tecnica della crioablazione.

Quest'ultima ha permesso di eliminare il problema senza danneggiare ulteriormente il cuore e soprattutto senza dover installare un pacemaker. Dopo l'operazione, andata a buon fine, il ragazzo è rimasto in ospedale per soli due giorni. È stato infatti dimesso e ha potuto riprendere una vita normale.

Il giovane si è quindi aggiunto agli oltre 13mila pazienti che fino ad ora hanno ricevuto un'ablazione nella struttura di Asti. Il 66% di loro erano di altre province piemontesi o di altre regioni italiane. Come spiegato sempre da Scaglione, il Cardinal Massaia è stato uno dei primi ospedali in Europa a dotarsi di questa tecnologia, diventandone un centro di riferimento.

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