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Rinunciare a curarsi per mancanza di soldi, così muore un Paese

Paghi l’affitto, le bollette, le tasse, mangi, cerchi di dare almeno il necessario ai tuoi figli. Poi, alla fine, se resta qualcosa, pensi alla salute. C’è qualcosa di più odioso che togliere a una persona il diritto di curarsi?
A cura di Antonio Menna
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L'articolo 32 della Costituzione tutela il diritto fondamentale alla salute. Eppure sono due milioni gli italiani che, per mancanza di soldi, non si curano più perché non possono permettersi il ticket, la cui esenzione è riconosciuta solo a determinate categorie, tagliando fuori i cosiddetti "nuovi poveri". In sostanza se hai un reddito e un'età non avanzata, ma arrivi a fatichi a fine mese, e devi fare una radiografia, rinunci perché non puoi pagare i 45 euro di ticket. Con il tuo risicato mensile paghi prima l'affitto, poi le bollette, poi le tasse, poi metti un piatto a tavola, poi magari aiuti i tuoi figli disoccupati, e solo alla fine, se ti resta qualcosa, fai un esame medico, o una visita specialistica. C'è qualcosa di più odioso che togliere a una persona il diritto di curarsi? Eppure, in questa fase di tagli e tasse, l'Italia è riuscita anche in questo. Aveva un sistema sanitario invidiato da tutto il mondo e lo sta smantellando, nel silenzio generale. Così muore un Paese.

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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