Rifle fallita, i dipendenti dell’azienda di jeans: “Speriamo che qualcuno possa acquisire il brand”

Rifle, azienda fiorentina celebre per i suoi jeans, è giunta al capolinea. L'azienda, con sede a Barberino del Mugello, fondata nel 1958 dalla famiglia Fratini, è stata dichiarata fallita dal tribunale di Firenze. E alle porte del capoluogo toscano ora c'è grandissima preoccupazione tra i 96 dipendenti che rischiano di restare senza lavoro. "L'azienda sarà all'asta, speriamo possa esserci un nuovo imprenditore in grado di acquisire il brand e farlo restare qui”, è la speranza di una delle lavoratrici di Rifle intervenuta nelle scorse ore in collegamento con la trasmissione “Mattino Cinque”. Una collega ha mostrato alle telecamere l'ultimo jeans prodotto dalle sarte italiane, nel luglio 1999, prima della delocalizzazione della produzione, che secondo molti ha l'inizio della crisi per l'azienda. "È stata sempre importantissima per noi, ha dato lavoro a tantissime famiglie, abbiamo vestito milioni di persone, per noi è un dispiacere grossissimo vederla ridotta alla chiusura", lo sfogo della donna, dipendente dell'azienda toscana da quasi 40 anni.
Rifle in crisi da anni, Covid ha dato colpo di grazia
La crisi scatenata dalla pandemia di Coronavirus ha sicuramente dato il colpo di grazia all’azienda d’abbigliamento già in difficoltà da anni. Nel 2017 avevano fatto ingresso nella società fondi esteri, nella speranza di portare nuova linfa al brand.
Fallimento Rifle, cosa succede ora
"Il tribunale ha disposto l'esercizio provvisorio per 45 giorni – fanno sapere Alessandro Lippi della Filctem-Cgil e Gianluca Valacchi della Femca-Cisl, i sindacalisti che seguono la vicenda – e appena avremo l'ufficialità della nomina del curatore fallimentare, chiederemo un incontro per esaminare la situazione e cercare di dare un ulteriore sostegno economico ai dipendenti; la Rifle & co. è già in cassa integrazione Covid-19, tramite gli ammortizzatori sociali straordinari previsti in questi casi".