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Rifiuta vaccino ma anche tampone, prof sospesa: “I vaccinati contagiano e test covid non veritieri”

Sospesa da scuola perché senza green pass, una professoressa di lettere marchigiana si è rivolta ai colleghi con una lettera durate il collegio docenti invitandoli a protestare contro l’obbligo del certificato vaccinale covid. “Vorrei certificati che attestino la mia preparazione e le mie competenze” ha aggiunto la docente.
A cura di Antonio Palma
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"Non ho il certificato verde, perché ritengo che sia un provvedimento politico e non sanitario, basato su un falso presupposto secondo il quale i vaccinati non contagiano. Non ho il certificato verde, perché, per esperienza personale, i tamponi, che in alternativa sarei costretta a fare ogni 48 ore a pagamento, non sempre sono veritieri", così una professoressa di lettere marchigiana si è rivolta ai colleghi invitandoli a protestare contro l’obbligo del certificato vaccinale covid che a lei è costata la sospensione dall’insegnamento come da normativa in vigore. Protagonista della lettera, letta nei giorni scorsi, durante il collegio docenti, è la professoressa Roberta Salimbeni, insegnante di Lettere presso la scuola media Gentile di Fabriano, in provincia di Ancona.

“Se io devo fare il tampone per verificare la mia negatività, e per tutelare eventualmente chi mi è vicino, parimenti dovrebbero sottoporvisi anche coloro che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino, perché non sono esenti da contagio. Non ho il certificato verde perché è discriminatorio e ufficializza quella pericolosa spaccatura sociale, che da tempo si sta delineando e sta creando sospetto, paura, rancore tra le persone, che invece dovrebbero essere tra loro solidali e unite” ha sostenuto la docente no vax. "Non ho il certificato verde, perché in libertà ho scelto di non vaccinarmi. Non ho il certificato verde, perché non trovo corretto che le istituzioni abbiano prima dato la possibilità di scegliere poi l'hanno resa obbligatoria in modo surrettizio, pena l'esclusione dalla vita sociale e addirittura dal lavoro" ha dichiarato ancora la donna dicendosi però pienamente consapevole di ciò che avrebbe comportato e cioè la sospensione dal lavoro.

“Vorrei che i miei alunni con i genitori e il mio dirigente pretendessero da me non un certificato fasullo, che attesta nulla, ma certificati che attestino la mia preparazione e le mie competenze. Vorrei anche che i miei colleghi ‘certificati’ si indignassero come e quanto me. Ci dovrebbe essere richiesto un certificato che attesti le capacità relazionali ed empatiche, la dedizione e la passione” ha spiegato ancora la professoressa sospesa dal lavoro dal dirigente scolastico. “Spero di avere la forza e la costanza di perseguirla, confido nell’onestà intellettuale dei miei colleghi ai quali chiedo sostegno e mi auguro che i miei alunni e le loro famiglie capiscano la mia posizione, anche se potrebbero non condividerla” ha concluso la professoressa.

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