Respinta la richiesta di patteggiamento di Jonella Ligresti: “Pena non congrua”

Niente patteggiamento per Jonella Ligresti. Il giudice per le indagini preliminari di Torino, Sandra Recchione, infatti, oggi ha respinto la richiesta di patteggiamento a 3 anni e 4 mesi avanzata dalla figlia di Salvatore Ligresti ed ex presidente di Fondiaria Sai nell'ambito del procedimento giudiziario sul caso dello scandalo Fonsai. Nella sua motivazione il Gip del capoluogo piemontese ha spiegato che la pena per Jonella Ligresti non era congrua al reato commesso, falso in bilancio aggravato e manipolazione del mercato, soprattutto dal lato economico. In particolare il giudice ha fatto riferimento all'eccessiva valorizzazione delle attenuanti generiche rispetto alle aggravanti e alla parte pecuniaria della sanzione proposta, 30 mila euro. Secondo il giudice inoltre il patteggiamento non può essere accettato perché non ci sono stati risarcimenti alle persone offese. La decisione del Gip rappresenta un duro colpo per Jonella Ligresti, che si trova ancora ai domiciliari, visto che la proposta di patteggiamento era stata accettata dai pm che indagano sul caso e sembrava quasi cosa fatta. Contro il patteggiamento invece si erano espresse molte associazioni dei consumatori che rappresentano i piccoli azionisti danneggiati.
"Siamo sorpresi, una decisione che non ci aspettavamo per la nostra assistita che voleva uscire al più presto dal processo anche per motivi familiari" hanno dichiarato i legali di Jonella Ligresti, Gian Luigi Tizzoni e Lucio Lucia, dopo la decisione del Gip. Ora "affronteremo il giudizio e ci difenderemo" hanno spiegato gli avvocati, non escludendo però un nuovo tentativo di patteggiamento sul quale si confronteranno con la loro assistita. "Siamo pienamente soddisfatti. Il giudice ha accolto in pieno tutte le nostre tesi riconoscendo in pieno il nostro ruolo" hanno esultato invece dal Codacons, aggiungendo: "Questa decisione prova che la persona offesa non è un terzo incomodo nei procedimenti giudiziari, ma un valore aggiunto per il giudice che continua a prendere decisioni in totali autonomia avendo però presente anche la posizioni dei soggetti offesi".