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Omicidio ex vigilessa Sofia Stefani

Processo Gualandi, la difesa dell’ex comandante: “Con Sofia non solo sesso ma amore vero. È stato un incidente”

Davanti alla Corte d’Assise di Bologna la difesa di Giampiero Gualandi, accusato dell’omicidio di Sofia Stefani, ha sostenuto che tra i due non ci fosse solo sesso ma un legame affettivo profondo. Il colpo mortale, ha detto l’avvocato Benenati, sarebbe partito per errore durante una colluttazione.
A cura di Biagio Chiariello
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Davanti alla Corte d’Assise di Bologna è proseguito oggi il processo per l’omicidio di Sofia Stefani, la giovane agente di polizia locale uccisa il 16 maggio 2024 con un colpo partito dalla pistola d’ordinanza dell’ex comandante di Anzola, Giampiero Gualandi, 63 anni. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi e dal legame affettivo con la vittima. Quella di oggi è stata la giornata dedicata alle arringhe difensive, con gli avvocati Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli impegnati a smontare l’impianto accusatorio della Procura, che ha chiesto l’ergastolo.

Le tesi della difesa di Gualandi

Per la difesa, Gualandi non avrebbe sparato intenzionalmente. Il colpo, sostengono i legali, sarebbe partito in modo accidentale durante una colluttazione, e non vi sarebbe alcuna prova di un gesto premeditato. “Chiediamo – ha spiegato l’avvocato Benenati – la riqualificazione del fatto in omicidio colposo, con il riconoscimento delle attenuanti generiche e della diminuente del rito abbreviato”. In subordine, la difesa ha chiesto che il reato venga eventualmente derubricato a omicidio preterintenzionale, escludendo le aggravanti contestate e riconoscendo la diversa aggravante prevista dall’articolo 577 del codice penale, che riguarda i delitti commessi contro persone legate da una relazione affettiva cessata.

“Rapporto con Sofia Stefani non era solo sesso”

Gran parte dell’arringa si è concentrata sul rapporto tra Gualandi e la vittima. Gli avvocati hanno invitato la Corte a non ridurre la relazione a un mero legame sessuale. “Se analizziamo solo i messaggi dal contenuto erotico – ha detto Benenati – non possiamo capire la loro relazione. Basta digitare la parola ‘amore’: compare 56 volte. Si scrivono poesie, frasi affettuose. Non c’è solo desiderio fisico, ma un coinvolgimento emotivo reciproco”.

La difesa ha voluto inoltre ridimensionare l’attenzione posta dagli inquirenti sulle pratiche sessuali tra i due. “In questa istruttoria si è insistito molto sul sesso, ma tra adulti consenzienti ciò che accade in camera da letto non dovrebbe interessare. Queste persone praticavano Bdsm, una forma di sessualità consapevole e diffusa, rappresentata anche nel cinema, da Bella di giorno a Il portiere di notte. È un fenomeno che può non piacere, ma che non implica violenza o prevaricazione”.

A sostegno di questa tesi, Benenati ha citato le chat tra i due: “Non c’è un solo messaggio in cui Sofia manifesti disagio o rifiuto. È sempre una comunicazione paritetica, fatta di condivisione. Nemmeno dopo episodi discussi, come quello del dente rotto, lei si lamenta. Il loro era un rapporto ordinario, fatto di affetto e aspettative, seppur extraconiugale”.

I dubbi sul movente

Uno dei punti centrali dell’arringa ha riguardato il presunto movente indicato dalla Procura – la volontà di Gualandi di impedire che Sofia rivelasse la loro relazione alla moglie. “Ma questo movente non regge – ha osservato Benenati –. Se davvero temeva che lei parlasse, perché non ha pianificato l’omicidio con più attenzione? Sapeva da due ore che Sofia sarebbe arrivata in ufficio, eppure non ha predisposto nulla: non ha armato la pistola, non ha creato alibi, non ha cancellato ogni prova. Ha eliminato la chat, ma ha lasciato nella chiavetta video e messaggi che dimostrano il loro legame. È una contraddizione enorme”.

Secondo la difesa, l’accusa avrebbe costruito una narrazione incoerente, basata più su ipotesi che su prove. “Parlare di movente, in questo caso, significa muoversi nel campo delle supposizioni – ha aggiunto l’avvocato –. È illogico pensare che un uomo, per salvare un matrimonio in crisi, decida di uccidere una donna che amava, perdendo in un colpo solo tutto: la carriera, la libertà, la vita stessa”.

Con la conclusione dell’arringa di Benenati, la parola passerà al collega Lorenzo Valgimigli, che chiuderà la difesa di Gualandi nelle prossime ore.

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