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Processo Ciro Grillo

Processo Ciro Grillo, ok a udienza protetta per vittima di violenza: “Condizioni psicologiche peggiorano”

Dopo la richiesta della legale che si occupa di tutelare Silvia, la giovane che ha denunciato Ciro Grillo e gli amici Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia ed Edoardo Capitta per violenza sessuale di gruppo, i giudici hanno dato l’ok all’udienza protetta. “Le sue condizioni psicologiche peggiorano, va tutelata”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ciro Grillo
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Il collegio del tribunale di Tempio Pausania ha dato l'ok all'udienza protetta per Silvia, vittima di uno stupro di gruppo per il quale sono attualmente a processo Ciro Grillo, figlio del comico genovese e fondatore del Movimento 5 Stelle e tre suoi amici, Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia ed Edoardo Capitta.

I giudici hanno accolto la richiesta dell'avvocata Giulia Bongiorno che si occupa della difesa della ragazza. La legale ha formulato l'istanza nelle scorse ore anche alla luce di una relazione medica che evidenzia un peggioramento dello stato psicologico della giovane.

Solo i giudici potranno vedere il volto della vittima, mentre i difensori degli imputati potranno fare le loro domande direttamente ma senza guardare la ragazza. La giovane sarà infatti coperta da un paravento nero che la separerà dal resto dell'aula.

L'avvocata di parte civile aveva presentato la richiesta al tribunale di Tempio Pausania sottolineando che la studentessa italo-norvegese avesse registrato un peggioramento del suo stato psicologico dopo la violenza sessuale e l'inizio del processo. Dopo l'apertura dell'udienza, intorno alle 11.30 di questa mattina, i giudici avevano sospeso la seduta per valutare i certificati medici presentati dalla legale.

Dopo l'analisi dei certificati, i giudici hanno disposto che il controesame alla ragazza da parte dei legali degli imputati sia effettuato solo davanti a un drappo nero che proteggerà la vittima dalla vista del resto dell'aula. La decisione è arrivata dopo un esame che finora ha costretto la ragazza a rispondere a oltre mille domande per 22 ore effettive.

Molti quesiti erano decisamente crudi e hanno sollevato un'aspra polemica tra avvocati di accusa e difesa. Proprio i legali dei 4 imputati si erano opposti all'audizione protetta e alla fine il collegio, al quale era stato richiesto di rinviare l'udienza, ha trovato una soluzione a metà strada.

Tra le domande che hanno suscitato la polemica, quella relativa al corso di kitesurf seguito dalla ragazza la notte dopo la violenza.

"Avevo bisogno di staccarmi dalla realtà – avrebbe affermato in aula, visibilmente provata -. Avevo bisogno di staccarmi da quello che era successo e per me lo sport è sempre stato un mezzo per liberare un po' la mente. Anche se non ero nelle condizioni migliori sono andata alla lezione che era programmata. L'ho voluta comunque fare perché avevo bisogno di stare da sola e staccare la testa".

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