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Opinioni

Problemi per l’operazione Conad-Auchan: ecco perché Agcm potrebbe vietarla

Tra licenziamenti e passaggi di proprietà, la situazione della grande distribuzione si complica: analizzando l’impatto dell’acquisizione dei punti vendita sul panorama nazionale, l’autorità di garanzia segnala importanti rischi sulla concorrenza effettiva in ambito locale e nei mercati di approvvigionamento.
A cura di Roberta Covelli
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Le preoccupazioni dei lavoratori della sede centrale Auchan di Rozzano hanno trovato conferma con l’apertura della procedura di licenziamenti collettivi: Conad inizia da 817 dipendenti della sede amministrativa. A questa deve aggiungersi la richiesta di cassa integrazione straordinaria per il 60% dei lavoratori impiegati nei punti vendita di Margherita distribuzione. Ma non è solo la questione occupazionale a meritare attenzione nel caso Conad-Auchan. Il 20 gennaio infatti l’Agcm ha pubblicato sul proprio bollettino settimanale un provvedimento relativo all’acquisizione da parte di BDC Italia S.p.a. (una "società veicolo" controllata al 51% da Conad) dei punti vendita in precedenza di proprietà di Auchan.

Ma perché l’autorità di garanzia si interessa del caso? L’acquisizione del controllo esclusivo di più parti di un’impresa costituisce una concentrazione che, oltre certi limiti di fatturato, deve essere comunicata preventivamente all’Agcm, perché valuti l’impatto della manovra sul mercato. Da novembre quindi l’autorità sta valutando il caso Conad-Auchan e ha evidenziato importanti criticità, che potrebbero mettere a rischio l’operazione stessa.

L’analisi valuta sia il mercato della vendita al dettaglio di beni alimentari e non alimentari, sia il mercato di approvvigionamento: su entrambi emergono problemi.

Con l’acquisizione di minimarket, supermercati e ipermercati a marchio Auchan (e Simply), Conad incrementa la sua quota nazionale nella grande distribuzione, passando dal 12,9% al 18,5% del fatturato nazionale e diventando così la prima catena in Italia. Ma è sull’ambito locale che emergono "sovrapposizioni orizzontali significative": in ben 101 mercati locali (su 267 punti vendita acquisiti), le quote aggregate superano la soglia di attenzione del 25%. Considerati questi dati, "si ritiene che l’operazione in esame possa ostacolare in modo significativo la concorrenza effettiva nei 101 mercati locali della vendita al dettaglio sopra individuati, a danno dei consumatori, determinando il rafforzamento o la costituzione di una posizione dominante".

Ma anche per gli approvvigionamenti Conad diventerebbe il primo operatore, con un aumento del potere contrattuale nella fase di acquisto all’ingrosso dei beni da rivendere al dettaglio.

Uno scenario simile "risulta suscettibile di determinare preoccupazioni concorrenziali" e ha portato l’Agcm a deliberare l’avvio dell'istruttoria ai sensi della legge 287/1990: se le prime valutazioni dovessero essere confermate, il risultato potrebbe essere l’imposizione di particolari vincoli per ottenere l'autorizzazione o, perfino, il divieto di effettuare l’operazione Conad-Auchan.

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Nata nel 1992 in provincia di Milano. Si è laureata in giurisprudenza con una tesi su Danilo Dolci e il diritto al lavoro, grazie alla quale ha vinto il premio Angiolino Acquisti Cultura della Pace e il premio Matteotti. Ora è assegnista di ricerca in diritto del lavoro. È autrice dei libri Potere forte. Attualità della nonviolenza (effequ, 2019) e Argomentare è diabolico. Retorica e fallacie nella comunicazione (effequ, 2022).
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