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Covid 19

Pregliasco su boom di casi Covid in Cina: “In Italia nessun allarme, ma prepararsi a scenario peggiore”

Fabrizio Pregliasco a Fanpage.it su boom di casi Covid in Cina: “Ad oggi in Italia rischio contingente non c’è ma alla luce delle esperienze passate cerchiamo di immaginare lo scenario peggiore”.
Intervista a Dott. Fabrizio Pregliasco
virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università di Milano.
A cura di Ida Artiaco
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"In Italia al momento non c'è alcun allarme, ma dobbiamo preparaci allo scenario peggiore e sapere già cosa fare se dovessero essere guai, senza isterie".

Così Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università di Milano, ha spiegato a Fanpage.it cosa bisogna aspettarsi in Italia dopo il boom di casi Covid in Cina e la decisione del Governo Meloni di introdurre l'obbligo di tampone negativo per coloro che arrivano dalla Cina.

Dott. Pregliasco, a cosa potremo assistere nelle prossime settimane?

"Al di là del dispiacere per quello che sta succedendo e che è un po' come l'inizio di una ondata come quella su scala mostruosa che è successa a Bergamo da noi, e che poteva essere evitata per i colleghi, gli operatori e le persone più fragili che non sono state protette, le opzioni che ci interessano sono due.

Da un lato, potrebbe esserci un aumento dei casi di importazione, e questo è probabile perché se questi soggetti vanno in giro dopo 3 anni di assenza possiamo immaginarci che si distribuiscono nel mondo; e poi l'ipotesi più brutta è che questa enorme quantità di replicazioni attesa possa portare alla selezione di nuove varianti. È questo l'elemento che dobbiamo contenere".

Quanto dobbiamo essere preoccupati in Italia?

"Ad oggi rischio contingente non c'è ma alla luce delle esperienze passate cerchiamo di immaginare lo scenario peggiore. Ci deve essere preoccupazione, ma proattiva. Vediamo quali sono gli scenari non piacevoli, ci prepariamo e agiamo in virtù del fatto che sappiamo già cosa fare se dovessero esserci guai, senza isterie".

Dopo l'obbligo dei tamponi per chi arriva dalla Cina crede che verranno introdotte di nuovo misure rigide?

"Se si riferisce alle mascherine, io non credo. Però tutto questo ci fa pensare che le cose non sono finite, eravamo in una onda in cui tutti pesavano che la pandemia fosse alle spalle, ma ciò ci dimostra che bisogna convivere con questo virus, che ci infastidirà ancora".

I governi occidentali stanno correndo ai ripari perché pare che i numeri della Cina non siano chiari…

"Sì, il problema è che non c'è trasparenza, ed è un peccato perché in una situazione come questa tutto il mondo dovrebbe collaborare e dare informazioni perché c'è un interesse per l'umanità. Quindi di fronte a questa incertezza e l'opacità in questo ambito a pensar male viene normale".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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