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Prato, rapina a una coppia di cinesi: il basista era un appuntato dei carabinieri

L’appuntato Ennio Serino, di 36 anni, era uno dei tre basisti che organizzarono il furto a casa di una coppia di cinesi a maggio. Il carabiniere, in particolare, disse ai rapinatori che i due stranieri nell’abitazione custodivano tra gli 80 e i 100mila euro in contanti. Il colpo poi fruttò alla banda 11mila euro.
A cura di Davide Falcioni
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L'appuntato Serino
L'appuntato Serino

Un carabiniere complice di una banda di rapinatori. E' successo a Prato, dove un uomo dell'Arma e due venditori ambulanti di frutta e verdura sono stati arrestati perché ritenuti i basisti di un furto messo a segno sei mesi fa a casa di una coppia di cittadini cinesi e fruttato 11mila euro. Per quel colpo erano già finiti in carcere Michele Langella Esposito, Giuseppe Riano e Antonio D'Avino, tutti e tre di Afragola. Approfondimenti investigativi hanno però dimostrato come il furto sia stato compiuto grazie alla complicità di altri tre uomini – l'appuntato Ennio Serino, di 36 anni, e i due fruttivendoli ambulanti Giuseppe Zanfardino e Vincenzo Russo – che indicarono ai ladri il luogo esatto dove commettere il colpo.

Determinante in questo senso è stato il ruolo del militare. Secondo il procuratore Giuseppe Nicolosi l'appuntato Serino sapeva che la famiglia cinese custodiva in casa una ingente somma di contanti, tra gli 80.000 e i 100.000 euro, e l'avrebbe detto ai rapinatori. Quel giorno, stando a quanto accertato dagli inquirenti, l'appuntato risultava in malattia, ma sarebbe stato presente nelle vicinanze della casa della coppia cinese per controllare che tutto andasse secondo i piani. Lui stesso avrebbe fornito ai rapinatori le pettorine con la scritta "carabinieri" che sono servite ai tre per entrare nell'abitazione.

Dopo il furto ci sarebbe stata anche una lite tra i rapinatori e i basisti, perché i primi dissero ai complici di aver trovato meno degli 11.000 euro denunciati come danno dalla coppia cinese. Il carabiniere inoltre avrebbe avuto accesso agli atti delle indagini, comunicando ai complici che la cifra era proprio quella. Uno dei tre esecutori, secondo gli inquirenti, nelle settimane precedenti al colpo avrebbe soggiornato in un hotel del Macrolotto gestito da un cinese già finito nel mirino della Procura per altre vicende giudiziarie. Era venuto a Prato dalla Campania per fare un sopralluogo. A incastrare i presunti basisti sono state le dichiarazioni dei primi tre arrestati.

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