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Prato, a capo di una setta abusava dei ragazzini: condannato a 6 anni il “Diavolo” Valdambrini

Condannato a 6 anni Matteo Valdambrini, a capo della setta del “diavolo-vampiro”. Lo studente 25enne di Prato era accusato di violenza sessuale nei confronti di alcuni giovani adepti della setta.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sei anni di reclusione per Matteo Valdambrini, il 25enne arrestato nel giugno di un anno fa con l'accusa di aver fondato la "setta del diavolo vampiro". Valdambrini, detto Diavolo, avrebbe praticato abusi psicologici e fisici su 13 ragazzini anche minorenni. Violenze sessuali e assoggettamento psicologico che il gup di Firenze ha riconosciuto nel caso di 5 adolescenti. Respinto invece il capo di accusa di riduzione in schiavitù per cui Valdambrini è stato assolto con la formula della non sussistenza del fatto. Il gup ha disposto inoltre l'interdizione in perpetuo dagli uffici pubblici e qualunque incarico nelle scuole di ordine e grado. Lacrime e abbracci tra le giovani vittime della setta.

Il 25enne era stato arrestato nel giugno del 2020 dalla squadra mobile di Firenze che aveva raccolto la denuncia dei genitori di alcuni minori. Valdambrini sarebbe stato a capo di una vera e propria setta: aveva detto agli adolescenti di essere il Diavolo e di averli scelti per salvare il mondo. Per abusare di loro li aveva convinti che queste pratiche fossero necessarie per superare un presunto "blocco sessuale" che, una volta eliminato, avrebbe potuto far confluire "poteri soprannaturali". Ai ragazzi si presentava come un "diavolo-vampiro immortale". Secondo l'accusa, si avvaleva del suo fascino per esercitare pressioni sui ragazzini portandoli alla cieca obbedienza e accondiscendenza. All'epoca dei fatti Valdambrini era uno studente universitario che passava molto tempo online.

Era proprio su internet che avvicinava le sue vittime e qui stabiliva con loro un rapporto di fiducia per poi introdurli a quella che definiva "la verità". Ai ragazzini chiedeva prima foto di nudo e subito dopo raccontava di vite precedenti in cui ognuno di loro aveva avuto un'altra identità. Li legava a sé attraverso un patto di totale obbedienza, costringendoli a subire abusi sessuali durante i quali li marchiava a morsi.

Almeno 13 i ragazzi abusati nell'ambito degli incontri segreti. I genitori hanno lanciato l'allarme, raccontando alle forze dell'ordine di essere preoccupati per i figli sempre più spesso coinvolti in strani appuntamenti nei boschi. Per assicurarsi la partecipazione delle giovani vittime, usava spesso minacce e metodi coercitivi violenti. Durante i rituali, gli adolescenti erano costretti anche ad inalare incensi che provocavano mancamenti e lievi malori.

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