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Ponte Morandi, il padre di una delle vittime: “Affidare la gestione ad Aspi è schiaffo ai familiari”

“Se la ministra De Micheli avesse avuto in quelle macerie un figlio, avrebbe ridato in affidamento quel ponte ad Aspi?”: questa la domanda di Roberto, padre di Giovanni Battiloro, un ragazzo campano morto nel crollo del Ponte Morandi insieme a tre amici. L’affidamento della gestione del nuovo ponte ad Aspi è una vergogna, afferma davanti alle telecamere di Fanpage.it.
A cura di Annalisa Girardi
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"Se la ministra De Micheli avesse avuto in quelle macerie un figlio, avrebbe ridato in affidamento quel ponte ad Aspi?": per Roberto, padre di Giovanni Battiloro, un ragazzo campano morto nel crollo del Ponte Morandi insieme a tre amici, l'affido del nuovo ponte ad Autostrade, annunciato dalla ministra De Micheli, è una vergogna. Giovanni è morto con i suoi amici, Gerardo, Matteo e Antonio, mentre andavano in vacanza. "All'inaugurazione pensavate che i genitori delle vittime si venissero a sedere a fianco alla famiglia Benetton?", chiede Roberto. Il ponte che è stato ricostruito verrà gestito ancora da Autostrade, mentre si attende che il governo decida sulla revoca della gestione affidata al gruppo dei Benetton. "Questo ponte ha ucciso 43 persone, tra queste c'era mio figlio Giovanni", prosegue Roberto, raccontando di aver appreso dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che la gestione del nuovo ponte, realizzato in poco più di un anno, sarebbe tornata nelle mani di Aspi. "Ricevere uno schiaffo a mano aperta, in faccia, ai genitori e ai familiari di 43 vittime, che ancora dopo due anni non solo non hanno giustizia, ma non riescono neanche a capire come sia possibile che uno Stato così in colpa per quello che è accaduto, non riesca a decidere a chi affidare la gestione delle autostrade in Italia", continua il padre di Giovanni.

"Credo che un politico come Giuseppe Conte, ma anche il presidente della Repubblica, sia allucinato da questa decisione della ministra. Non so se l'abbia presa di sua spontanea volontà, se sia stata una decisione del ministero, se sia stata una necessità perché non c'è nessun altra società in grado di gestire la cosa. Non lo so, ma di certo è uno schiaffo, non a me, ma a tutta l'Italia", aggiunge, definendo la decisione come "una vergogna che si consuma davanti a tutti gli italiani".

Il prossimo 14 luglio, a Genova, inizierà il processo per accertare le responsabilità del crollo, e la famiglia di Giovanni Battiloro ha presentato una perizia di parte. "Quali erano le peculiarità di quel ponte all'alba del crollo, perché è crollato, e quali sono i punti cardine del crollo, perché le manutenzioni non hanno funzionato e di chi è la colpa", spiega Roberto. "Chi è che ha fatto crollare quel ponte?". Il padre del giovane afferma di non avere accettato alcun tipo di compromesso con Autostrade: "Andiamo avanti, cerchiamo di farci sentire e saremo accanto al Pubblico ministero per contribuire a fianco di un'accusa nella ricerca della verità e della giustizia", conclude,

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