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Poliziotti arrestati a Verona, ultime notizie

Poliziotti arrestati a Verona, il collega: “Controllano le telecamere, gli schiaffi dateli nel tunnel”

Un collega dei poliziotti accusati di tortura a Verona chiedeva agli agenti della Questura di “dare gli schiaffi” lontano dalle telecamere nel cosiddetto “tunnel”, il corridoio nel quale le violenze non venivano riprese. “Stanno visionando le telecamere, magari controllano”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Immagine di repertorio
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Pestaggi, insulti e umiliazioni nei confronti di persone fermate nel corso di operazioni di polizia. A incastrare gli agenti in diversi casi, i filmati realizzati dalla videosorveglianza della stanza dei fermi, il cosiddetto "acquario". Le riprese sarebbero state inizialmente insabbiate con la falsificazione di verbali e documenti, ma presto è stato richiesto di effettuare le violenze nel "tunnel", il corridoio lontano dall'occhio indiscreto della telecamera.

Pestaggi e abusi sarebbero avvenuti dal luglio del 2022 al marzo del 2023 in alcune stanze della Questura di Verona. Per le percosse ai danni dei fermati sono attualmente finiti ai domiciliari 5 agenti di polizia. 

L'inchiesta dopo una finta perquisizione

Agli arresti sono finiti Alessandro Migliore, Loris Colpini, Federico Tomaselli, Filippo Failla Rifici e Roberto Da Rold, ma sono in totale 17 gli indagati per reati che vanno dalla tortura fino al falso e omissioni in atto d'ufficio. L'inchiesta, secondo quanto si legge nelle 169 pagine di ordinanza, sarebbe nata da un'altra indagine condotta dalla Squadra Mobile su una perquisizione compiuta da Migliore nell'abitazione di due persone accusate di tentato omicidio e detenzioni d'armi.

L'operazione di polizia che Migliore avrebbe dovuto compiere nell'abitazione dei due non sarebbe però mai avvenuta. L'agente avrebbe infatti attestato nel verbale di non aver trovato armi di alcun tipo in casa dei due trafficanti per "ringraziarli" di favori di diverso genere, come l'ingresso gratuito in discoteca. Mentre la Squadra Mobile portava avanti gli accertamenti sulla falsa operazione di polizia, sono emerse le conversazioni che l'agente 24enne accusato di tortura aveva con la fidanzata. Con la giovane, il poliziotto si vantava delle torture che perpetrava su persone sottoposte a fermo.

Le immagini delle telecamere e le indagini per le mancate denunce

L'inchiesta ha preso quindi una nuova piega che presto ha messo la Squadra Mobile davanti ai verbali falsificati e alle violenze inequivocabili riprese dalle telecamere di videosorveglianza. Gli abusi, secondo quanto si legge nell'ordinanza, sarebbero stati coperti su più fronti: per questo motivo, infatti, si indaga sul ruolo di poliziotti che potrebbero non aver mai denunciato quanto accadeva nelle stanze della Questura, permettendo di fatto che le violenze continuassero.

In una conversazione intercettata dagli investigatori nelle stanze della questura, infatti, un poliziotto non indagato avrebbe chiesto ai colleghi di non picchiare le persone in custodia "nell'acquario", così come veniva chiamata la cella di sicurezza per i fermati. "Volevo dire a tutti di non alzare le mani in quella stanza – avrebbe asserito l'assistente capo Dario Fiore -. Se dovete dare qualche schiaffo, fatelo nei corridoi". "Nel tunnel – suggerisce un altro poliziotto – come abbiamo sempre fatto".

L'assistente capo Fiore avrebbe poi riferito ai colleghi di alcuni controlli della Squadra Mobile sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza. "Non so per quale motivo sono andati a vederle, magari questi iniziano a controllare e a rompere le scatole".

Nel corso di quella conversazione, un poliziotto avrebbe poi riferito di un pestaggio avvenuto ai danni di un fermato poco tempo prima. Stando a quanto si legge nelle carte, sarebbe stato lo stesso Migliore a vantarsi con il collega della violenza. "Quella sera – dice riferendosi al fermato – le ha prese da tutti quanti".

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