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Covid 19

Pisa asilo nido rifiuta ingresso ai figli del personale sanitario che lavora nei reparti Covid

Succede a Pisa, in una struttura dell’infanzia. Il Comune: “Caso risolto, ma resta lacuna normativa nel decreto”. La soluzione è stata trovata dall’assessora Sandra Munno, che ha invitato chi dovesse trovarsi in questa situazione a firmare un’altra autocertificazione, “dichiarando che sul lavoro adotta sempre tutti i dispositivi di protezione previsti dalla legge”.
A cura di Biagio Chiariello
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Pisa l'asilo nido comunale "I Passi" chiude ai figli del personale sanitario: medici, infermieri e operatori sanitari a contatto con pazienti affetti da Covid-19 non possono entrare. Il Tirreno racconta che una coppia di genitori che lavora in ospedale è stata contattata dal Comune toscana per evitare di portare i loro bambini nell'asilo. Una decisione che ha suscitato le polemiche e le indignazioni delle famiglie interessate: “È discriminatorioanticostituzionale lasciare a casa i bimbi di chi lavora in ospedale con contatti nelle aree Covid”. Il Comune di Pisa, però, non ha perso tempo a rispondere, spiegando che la decisione è frutto di una inghippo normativo contenuto nel decreto diffuso dal ministero dell’Istruzione lo scorso 3 agosto, all’articolo 10, che appunto non dà il permesso d’ingresso ai bambini se “essi stessi o i loro genitori e accompagnatori sono stati a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni”.

L’amministrazione comunale avrebbe scoperto il problema quando ai genitori-operatori sanitari è stato chiesto di firmare l'auto dichiarazione contenente anche questo passaggio e loro si sono rifiutati di farlo.

Ho parlato direttamente con la mamma interessata, che è un medico – ha dichiarato l'assessore pisano alle politiche educative, Sandra Munno – e abbiamo concordato con lei che con un'integrazione il problema sarebbe stato superato: ovvero dichiarando che sul lavoro adotta sempre tutti i dispositivi di protezione previsti dalla legge". "Tuttavia quel decreto presenta una lacuna normativa grave che lascia agli operatori in prima linea l'onere di trovare una soluzione ed è tanto più grave se si pensa che il documento di indirizzo ministeriale è stato adottato dopo avere acquisito tutto le consulenze necessarie da un comitato tecnico scientifico composto da soli medici e che avrebbe dunque dovuto prevedere anche quanto accaduto a Pisa", conclude l'assessore.

Sul caso, questa mattina, era intervenuto anche il presidente uscente della Regione Enrico Rossi: "Non posso credere che questa sia un'iniziativa del Comune di Pisa, guidato dalla destra, e spero che il sindaco smentisca e si attivi subito per riparare", ha scritto Rossi su Facebook. "In questa decisione di fare stare a casa i figli degli operatori sanitari per paura del contagio, all'odioso aspetto discriminatorio, c'è pure una abissale ignoranza della realtà – continua il post -. Infatti, la comunità sanitaria è misurata e pesata continuante per positività covid 19 e risulta meno siero positiva della comunità "laica" di riferimento nel territorio". "Senza se e senza ma, i figli dei sanitari siano accolti subito ai nidi. Non voglio ancora crederci: saremmo davvero uno strano e pericoloso paese che in poche settimane trasforma gli eroi in untori. Da dove è uscita una cultura tanto egoistica, ignorante e discriminatoria?" conclude Rossi.

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