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Pestato da due minori a Treviso, Luca Gobbo parla del 17enne: “Voglio incontrarlo per capire cosa gli manca”

Luca Gobbo, 50 anni, è tornato a parlare del pestaggio nel quale è rimasto coinvolto. L’uomo ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera di aver accettato l’invito a cena a casa del 17enne “per capire cosa manca nella sua vita”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Luca Gobbo è tornato a parlare dell'invito a cena arrivatogli dal padre di uno dei due minori che nella giornata di sabato 6 aprile lo hanno preso a calci e pugni dopo che aveva cercato di difendere una donna presa di mira. Il 50enne era intervenuto per difendere la passante dagli insulti dei due ragazzini, irritati perché erano stati rimproverati per la condotta sregolata in bicicletta, quando è stato spinto a terra e violentemente picchiato. Le forze dell'ordine hanno arrestato il 17enne e denunciato il 15enne che era con lui. Ora il papà del ragazzo più grande, disperato per la condotta del figlio, ha deciso di invitare Gobbo a cena. 

"Alla radice della violenza – ha detto in un'intervista rilasciata a Corriere della Sera -, c'è sempre qualche mancanza. Voglio capire di cosa abbiano bisogno i ragazzi che mi hanno ferito". Il 50enne ha raccontato di essere intervenuto nella discussione con la passante senza però usare parole forti. "Ho detto solo: ‘Non avete un minimo di senso civico?'. Loro non sapevano nemmeno cosa fosse, quindi ho chiesto loro se i genitori gli avessero o meno insegnato l'educazione. Il padre del 17enne, quando ha sentito questa parte del racconto, era mortificato e no ha mai provato a difendere il figlio".

"Ho cercato di reagire subito allo scontro fisico perché cerco di non conoscere due cose nella vita: la paura e il problema. Normalmente vedo soluzioni dappertutto. La mia coscienza mi avrebbe impedito di lasciare quella donna da sola a vedersela con gli insulti di quei due".

Gobbo, che pure ha avuto bisogno delle cure ospedaliere dopo il pestaggio, sta lentamente tornando a stare meglio. "Ho qualche piccolo dolore – ha ammesso – ma fa parte del gioco: ho preso calci e un bidone in testa. Io ero consapevole dei rischi che stavo correndo quando sono intervenuto".

L'uomo, padre di due gemelli di 24 anni che studiano all'università, ha detto di voler andare a cena a casa del 17enne che lo ha aggredito per "capire cosa abbia pensato" al momento del pestaggio e "aiutarlo a non buttare via la propria vita".

"Dobbiamo trasmettere messaggi positivi alle nuove generazioni. Ci lamentiamo che sono aggressivi, ma in ogni programma Tv c'è violenza. Incontrerò il 17enne e lo lascerò parlare, non ho rancori e non ho niente da dirgli. Se oggi è così, significa che gli manca o ha frainteso qualcosa.

Sono convinto che, quando uscirà, sarà pentito di quello che ha fatto. Speriamo di trasformare questo episodio in qualcosa di utile: non ci siamo ancora parlati e non mi ha chiesto scusa, ma il giorno dopo in Questura ha chiesto di me al papà. Una scintilla di positività e cambiamento. Non è consapevole di quello che ha fatto, vorrei capire però come mai"

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