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Pestato a morte in discoteca: rinviati a giudizio i due presunti aggressori di Donato

Sono stati rinviati a giudizio i due 28enni accusati del pestaggio e della conseguente morte del 26enne foggiano Donato Monopoli, aggredito durante una serata in discoteca con gli amici. Il giovane sarebbe stato ucciso a botte dai due ragazzi dopo che aveva cercato di appianare una discussione nata tra i due e un suo amico.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono stati rinviati a giudizio i due 28enni foggiani accusati della morte di Donato Monopoli dopo una rissa avvenuta in una discoteca alla periferia di Foggia. Il 26enne è stato in coma per sette mesi, ma non ce l'ha fatta. Un pestaggio feroce, secondo gli inquirenti, che ha reso valida l'accusa di omicidio volontario aggravato della quale i due devono ora rispondere nell'udienza preliminare fissata per il prossimo 23 aprile. La vicenda è molto sentita a livello locale e ha diversi punti di contatto con la tragica morte di Willy, nota a tutta Italia. Le dinamiche sono più o meno le stesse: una serata in discoteca, il tentativo di fare da paciere in un litigio e poi la morte. La storia di Donato, però, risale al 2018.

Donato è morto a soli 26 anni in una serata di festa. Normalmente preferiva trascorrere la serata a casa con la fidanzata e la famiglia dopo una giornata passata a lavoro, ma quel giorno era tornato un amico dalla Spagna e quel 6 ottobre del 2018 avevano deciso di festeggiare con una notte in discoteca per bere un drink e divertirsi tutti insieme. La serata sembrava essere una come tante, eppure, a un certo punto, l'amico di Donato viene importunato da un ragazzo. Lo accusa con violenza di aver guardato troppo insistentemente una ragazza "di sua proprietà". I due cercano di ignorare la cosa, poi tentano di smorzare i toni della discussione. Donato cerca di spiegare all'aggressore che non è successo nulla di quanto da lui ipotizzato. Nulla da fare. Un attimo e l'amico del 26enne riceve un pugno in pieno viso. L'aggressore è molto più muscoloso, appassionato di arti marziali. Al primo pugno segue un secondo, poi Donato cerca di attirare su di sé le ire di Michele Verderosa e Francesco Pio Stallone, i due accusati del pestaggio. Funziona e i due si concentrano immediatamente sul 26enne. Lo stendono con dei pugni, poi lo massacrano a calci e pugni. Uno dei due si siede sul suo corpo, pur vedendolo ormai stremato. Continua a colpirlo dritto in viso fino a quando non è una maschera di sangue.

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Il ragazzo viene trasportato in ospedale in condizioni disperate. Entra in coma, combatte con tutte le sue forze per mesi per poter raccontare quella triste vicenda. Si aggrappa alla vita con tutte le forze che gli restano, così come testimonia il fratello a Fanpage.it. Nulla da fare però, perché dopo 7 mesi di coma Donato muore. La famiglia precipita nel dolore, ma deve riprendersi in fretta in vista di un processo. Il rinvio a giudizio è un altro colpo inferto all'anima dei genitori e dei fratelli. La sera dell'aggressione, Verderosa e Pio Stallone erano tornati presso le loro abitazioni nonostante quanto successo a Donato. Questa è l'accusa mossa dalla madre del 26enne ucciso, che ribadisce in una lettera alla stampa locale che "il tempo passa e qualcuno sta riuscendo nel suo intento: continuare a vivere la propria vita come se nulla fosse successo". Ma qualcosa è accaduto e adesso i due dovranno rispondere di omicidio volontario aggravato. Si parla di uno scontro in cui gli aggressori erano almeno 5 e gli aggrediti erano soltanto in due. Chi ha colpito per fare davvero male, però, sarebbero Verderosa e Stallone. Degli altri si sa poco e niente. "Vogliamo che la storia di Donato non venga dimenticata – spiega il fratello Alessandro – e vorremmo assicurargli in tutti i modi la giustizia che tanto merita".

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