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Pesaro, ragazzo disabile aggredito nella notte da due minorenni: prima gli insulti, poi calci e pugni

A Pesaro, un ragazzo disabile di 21 anni è stato aggredito brutalmente da un minorenne e altri coetanei in viale Trieste. Colpito senza motivo, è finito in ospedale. Indaga la polizia.
A cura di Davide Falcioni
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Un grave episodio di violenza ha scosso Pesaro nella notte tra venerdì e sabato. Intorno all’una, un giovane disabile di 21 anni è stato vittima di una feroce aggressione mentre percorreva in bicicletta viale Trieste, all’altezza dell’incrocio con viale Marconi.

Secondo le prime ricostruzioni, riportate dal Resto del Carlino, almeno un minorenne, residente in città, si sarebbe avvicinato al ragazzo a piedi, insieme ad altri due coetanei. Il gruppo avrebbe accerchiato e aggredito la vittima senza alcun motivo apparente. Prima gli sputi, poi gli insulti. È seguito un inseguimento, conclusosi con la caduta del ragazzo dalla bici. A quel punto, l’aggressione è degenerata: calci e pugni anche mentre era già a terra, indifeso, lasciato con il viso tumefatto, un occhio gonfio e in stato di shock.

L’intervento del 118 è stato tempestivo: un’ambulanza ha trasportato il ragazzo al pronto soccorso dell’ospedale cittadino. Sul posto è arrivata anche una volante della Polizia, che ha immediatamente avviato le indagini. Gli inquirenti stanno analizzando le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona per identificare con precisione i responsabili e ricostruire l’intera dinamica dell’aggressione.

La posizione del presunto aggressore – un minorenne già identificato – è al vaglio dell’autorità giudiziaria. Secondo alcune testimonianze, il giovane non ha agito da solo, ma era accompagnato da almeno altri due ragazzi.

Il padre del giovane aggredito ha preferito non commentare l’accaduto. A prendere parola è invece Andrea Boccanera, presidente dell’associazione “Gulliver”, con la quale il ragazzo collabora: “È un’aggressione inconcepibile. Finora nessuno dei nostri ragazzi era mai stato toccato. È la prima volta che qualcuno mette loro le mani addosso, ed è sconvolgente. Ci auguriamo che possa riprendersi presto e tornare al suo lavoro. Il gruppo gli è vicino, la comunità è con lui. E ci aspettiamo almeno delle scuse da parte delle famiglie dei responsabili. È il minimo. Un passo di civiltà necessario, che in questo momento non può mancare”.

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