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Perché vaccinare i bambini contro il Covid è fondamentale e sicuro, spiegato da Roberto Burioni

Burioni spiega perché è fondamentale vaccinare contro il Covid anche i bambini, confrontando i rischi e i benefici e facendo il paragone con il Morbillo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Perché è fondamentale che anche i più piccoli si vaccinino contro il Covid? A spiegarlo è stato Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, durante il suo intervento a Che tempo che fa di ieri sera. Dal 15 dicembre, infatti, è possibile somministrare il vaccino contro il Covid anche alla fascia tra i 5 e gli 11 anni, ma ci sono alcuni genitori che hanno qualche dubbio. Per spiegare chiaramente l'importanza della vaccinazione, il medico è partito dal morbillo: "È una malattia contro la quale abbiamo un vaccino, un vaccino che è obbligatorio, che viene somministrato nei primi due anni di vita e che il 92% dei genitori fa somministrare al proprio figlio – ha riepilogato Burioni – Questo vaccino contro il morbillo, come tutti i farmaci e tutti i vaccini del mondo, ha anche degli effetti collaterali. Tra questi il più rilevante è un calo delle piastrine, degli elementi del sangue che sono importanti per la coagulazione. Questo calo delle piastrine avviene più o meno in un caso su 30mila". Non si tratta di una "conseguenza grave, ma nemmeno di una sciocchezza, perché spesso richiede il ricovero".

E allora perché il 92% dei genitori corrono a far vaccinare i figli contro il morbillo? "È molto semplice: se il vaccino causa questo problema in un caso su 30mila, il morbillo in un caso su mille provoca la morte – ha sintetizzato il virologo – E dunque è ragionevolissimo vaccinare i figli contro il morbillo, perché il rapporto tra rischi e benefici della vaccinazione è estremante favorevole". Per i Covid "dobbiamo fare lo stesso ragionamento". Il primo fattore da considerare è "qual è il rischio che comporta prendere il Covid per un bambino". Su questo "sono state dette molte sciocchezze", come il fatto che "i bambini non contagiano e non si contagiano". Anzi: "In questo momento l’incidenza massima del Covid nel nostro Paese è nei bambini da 0 a 9 anni, che non sono vaccinati e frequentano la scuola, che è un ambiente dove purtroppo i virus possono circolare perché sono al chiuso per ore".

Quando si infettano, i bambini "hanno fortunatamente conseguenze più lievi rispetto ad altri gruppi, come le persone più anziane – ha continuato il virologo – durante la pandemia noi abbiamo avuto 1.500 bambini ricoverati, 37 che sono finiti in terapia intensiva e nove che sono morti". Certo, "nove morti sono pochi se li paragoniamo agli oltre 130mila che sono mancati per il Covid, però sono nove bambini che muoiono, decessi evitabili con il vaccino". Tra l'altro "sappiamo che il problema del Covid nei bambini è una malattia che si chiama malattia infiammatoria multisistemica, che insorge più o meno in un caso su tremila un mese dopo che il bambino è guarito dal Covid". Succede che "diversi organi si infiammano, tra questi il cuore, e il bambino non di rado finisce in ospedale". Insomma "i rischi che comporta il Covid per un ragazzino dai cinque agli undici anni non sono irrilevanti".

Per questo motivo sul vaccino contro il Covid "dobbiamo calcolare il rapporto tra rischi e benefici". Negli Stati Uniti "sono stati vaccinati cinque milioni di bambini e non è stato registrato nessun problema in termini di sicurezza – ha sottolineato Burioni – Quindi da un lato abbiamo una malattia che comporta dei rischi e dall’altro abbiamo un vaccino efficace al 91%, che sembra essere veramente molto molto sicuro". Perciò "la scelta è facile e in questo sono concordi la società italiana di pediatria, le società che raccolgono i pediatri di tutto il mondo e gli enti regolatori". Insomma, ha concluso Burioni, "io vi suggerirei di seguire queste voci e di scegliere di vaccinare i vostri figli", anche perché "un po’ di vaccini me ne intendo se non altro perché li studio da tanti anni, ho una figlia di dieci anni alla quale voglio molto bene e proprio per questo io l’ho già vaccinata".

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