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Perché Sigfrido Ranucci è sotto scorta dal 2009: le inchieste e le minacce rivolte alla sua famiglia

Sigfrido Ranucci vive sotto scorta 24 ore su 24 dal 2021 dopo la scoperta di un piano per ucciderlo ma era già sotto protezione dal 2009 per un’inchiesta su un clan in Sicilia. Da allora ha subito continue minacce e intimidazioni come bossoli, pacchi contenenti polvere da sparo e lettere minatorie fino all’attentato con bomba esplosa sotto casa nelle scorse ore.
A cura di Antonio Palma
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Sigfrido Ranucci è sotto protezione dal 2009 e da anni fa parte di un programma di protezione speciale dopo essere stato oggetto di continue e svariate minacce, anche di morte, per il suo lavoro e per le inchieste della trasmissione tv Report. Dal 2021 vive sotto scorta 24 ore su 24 dopo la scoperta di un piano per ucciderlo. Un nuovo attentato dinamitardo lo ha preso di mira nelle scorse sotto casa sua dove una bomba piazzata da sconosciuti ha fatto saltare in aria la sua auto e quella della figlia. L’attacco “è stato un salto di qualità preoccupante” ha spiegato il giornalista di Report, sottolineando che è “preoccupante perché proprio davanti casa, dove l'anno scorso erano stati trovati dei proiettili”.

Il riferimento di Ranucci è all’ultimo atto intimidatorio grave contro di lui avvenuto nell’estate dello scorso anno quando davanti al cancello dell’abitazione di Pomezia furono trovati due proiettili p38. Il rinvenimento avvenne nello stesso luogo in cui è stato piazzato l’ordigno nella serata di giovedì. Prima di quell’episodio, però, il giornalista è stato fatto oggetto di innumerevoli minacce di ogni genere che avevano spinto le autorità a dargli la scorta e a sottoporlo a vigilanza intensa.

“C'è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l'autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto” ha spiegato lo stesso Sigfrido Ranucci presentando regolare denuncia per la bomba, aggiungendo: “Quello che ho fatto è mettere insieme un po’ di cose che sono successe in questi mesi. Io non le ho mai pubblicizzate pubblicamente, anche per tutelare le persone a me care”.

Nel corso della sua lunga carriera nel giornalismo, Ranucci ha subito minacce continue sia attraverso messaggi sia con atti intimidatori come bossoli, pacchi contenenti polvere da sparo e lettere minatorie, arrivate in redazione ma anche a casa. Minacce arrivate sia dopo inchieste sulla malavita, sia per servizi su conflitti internazionali sia per indagini giornalistiche sulla politica e la corruzione.

“È dal 2000 che convivo con gli attacchi alle mie inchieste. Più si alzava il livello delle inchieste, più si alzava il livello degli attacchi” aveva spiegato Ranucci. Tutte intimidazioni che avevano portato ad assegnargli una protezione già nel 2009 perché “avevo realizzato un’inchiesta in Sicilia su una cava di sabbia gestita dal clan catanese e la famiglia Ercolano aveva chiesto a un soggetto pericoloso di tenermi d’occhio”. Nel 2014 erano arrivate altre minacce di morte legate sempre alle sue indagini sulla criminalità organizzata.

A seguito della scoperta di un progetto di omicidio nei suoi confronti nel 2021, la sua scorta infine era stata rafforzata al massimo livello, 24 ore su 24. “Un uomo del narcotraffico, legato ai cartelli di Pablo Escobar, avrebbe assoldato due killer per uccidermi, in collegamento con alcune famiglie della ‘ndrangheta e alcune famiglie della destra eversiva" aveva raccontato all’epoca il giornalista.

A novembre 2024, altre gravi minacce erano arrivate dopo un servizio sul conflitto israelo-palestinese, quando lui e la redazione di Report hanno ricevuto messaggi che invocavano un’azione simile all’attentato di Charlie Hebdo. Ora l’attentato fuori casa a pochi giorni dal ritorno in tv con le nuove inchieste d Report che spazieranno dai finanziamenti pubblici nella ricerca universitaria e nella cultura al settore dell’energia eolica, dalle banche alla sanità. A seguito della bomba davanti casa, il ministro dell'Interno ha annunciato di aver dato mandato di “rafforzare al massimo ogni misura a protezione" di Sigfrido Ranucci.

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