
Lo ammetto: è difficile essere obiettivi nel raccontare un evento su cui stai lavorando da un anno, e che sogni di realizzare da quando hai messo piede a Fanpage. Però davvero credo che Rumore sia un festival diverso dagli altri festival di giornali, e mi prendo qualche riga per provare a spiegare perché.
Prima di partire, però: siccome le sedie sono tante, ma non tantissime, è necessario prenotarsi ai diversi incontri. È tutto gratis, ma vi offriamo la sicurezza di un posto a sedere riservato. Ci si registra qui, e ci si mette davvero meno di un minuto.
Comunque, partiamo.
Primo: perché è un festival che mette al centro le inchieste. A Rumore presenteremo dei lavori inediti. Non posso anticipare ancora molto, ma affronteremo temi che ci stanno molto a cuore. E probabilmente aggiungeremo un paio di nomi alla lista delle persone di cui diventeremo nemici giurati. Lo faremo assieme a giornaliste e giornalisti come Giulia Innocenzi e Corrado Formigli che hanno realizzato inchieste importanti e che ci aiuteranno a presentarvele.
Secondo: perché è un festival che mette al centro temi centrali nel dibattito pubblico di oggi. Quel che sta succedendo a Gaza, innanzitutto, di cui parleremo con Francesca Albanese ma anche con tutti i leader politici che parteciperanno con noi a Rumore e pure con personaggi televisivi come Veronica Gentili, che ha portato il genocidio palestinese all’attenzione del grande pubblico, parlandone all’Isola dei Famosi. Non solo Gaza, però: parleremo di patriarcato, di scuola, di intelligenza artificiale, di ribellione e pure di spyware e giornalisti spiati.
Terzo: perché è un festival partigiano, che non ha paura – come il giornale che lo promove – di prendere posizione. Di offrire il suo punto di vista, laico e fattuale, senza pregiudizi, Non siamo e non saremo un giornale d’opinione, che pontifica su tutto. Ma siamo un giornale che ha opinioni, che ama chi le ha, che preferisce fare domande, e farsi domande, anziché dare risposte. E questo lo vedrete anche a Rumore Festival.
Quarto: perché sarà un momento di dialogo aperto e senza barriere con la nostra comunità di lettori. Ci incontrerete ovunque in giro per l’Acquario Romano e potremo scambiarci idee e opinioni, potrete dirci cosa non vi piace e dove potremmo migliorare il nostro lavoro, darci suggerimenti e idee per inchieste e approfondimenti. Dialogare è più bello, faccia a faccia, anziché dietro uno schermo.
Mi fermo qua, ma ce ne sarebbero altri mille di motivi per cui ti aspetto, vi aspetto tutti all’Acquario Romano, a Roma, a pochi passi dalla stazione Termini, il 4 e 5 ottobre prossimi. Fare Rumore è bello e importante. Farlo tutti assieme è ancora più bello.
