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Perché l’ambiente non è il primo punto di ogni agenda politica elettorale?

Nel Paese sembra che il rispetto per l’ambiente e l’ecologia siano argomenti di facciata, buoni solo a richiamare l’attenzione, mai degni di approfondimento e necessarie soluzioni. Perché?
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Sono vent'anni ormai che le generazioni si rincorrono e i movimenti di protesta si ritrovano a dialogare sugli stessi punti: un'economia più umana – ovvero che metta la vita di ogni essere al centro di tutto al di là di ogni sfruttamento – e soprattutto una nuova, totalmente differente, visione dell'ambiente, dell'ecologia e della vita quotidiana che riesca a invertire il trend negativo degli ultimi 50 anni. Ma, ahimé, guardandoci intorno vedremo che la terra brucia, letteralmente, e nulla (di nuovo ma anche di vecchio) è stato fatto per la terra, per il cambiamento climatico, per gli oceani etc.

E anzi, a ben vedere, c'è chi, come Trump e altre voci simili con una fan base globale, nega l'evidenza dei fatti, dice che non vi è alcun pericolo in atto per il mondo e il suo clima, che è tutto un complotto, una mossa strategica di qualche oscura lobby, ordita ai danni di noi poveri comuni mortali ignari di tutto. E nell'era della polarizzazione assoluta è davvero difficile districarsi nel mondo delle informazioni, delle fake news, dei dati e di conseguenza dei corretti comportamenti da seguire: ragion per cui è sempre più una moda occuparsi di un ambientalismo di facciata, senza poi approfondire davvero le cause del tutto e comportarsi di conseguenza.

Personalmente non ho nulla contro i Ferragnez ma sono di certo un sintomo evidente di una malattia strisciante: propongono un lodevole discorso ambientalista e naturalista ma poi la coppia ultra milionaria fa un volo di un paio d'ore sul proprio jet privato, inquinando in 120 minuti più di quello che fanno 200 persone, più o meno tutti i passeggeri di un normale volo, in una vita intera. Ovviamente sto esagerando ma in questo articolo (che trovate qui) ci sono dati esatti e incontrovertibili su quanto inquini con i propri jet quell'1 per cento dell'intera popolazione mondiale che detiene gran parte della ricchezza dell'intero pianeta ovvero il 50 percento delle emissioni di tutta l'aviazione mondiale.

Jovanotti è la mascotte della mia infanzia e mi è molto simpatico, ma non lascia spazio ad alcuna discussione in merito all'operato dei suoi beach party e chiama, senza remore, econazista chi cerca un confronto o semplicemente chi la pensa diversamente da lui, senza evidentemente rendersi conto che sta definendo nazisti Legambiente, Lipu e altre associazioni che da decenni sono fra le prime e uniche ad occuparsi del discorso ambientali in Italia. E purtroppo, guardando al dibattito elettorale di queste settimane, mi sembra che i grandi partiti con i loro programmi – fatte ovviamente le dovute eccezioni che riguardano quei partiti rappresentanti di movimenti che rischiano di non superare lo sbarramento del 3 per cento –  stiano assumendo esattamente lo stesso comportamento.

Eppure per me – povero ingenuotto convinto che tutto sommato un altro mondo sia ancora possibile e anzi necessario – la soluzione sarebbe semplicissima: mettere fra i primi tre punti della mia agenda politica e del mio programma elettorale soluzioni concrete per l'ambiente, per il riscaldamento globale, per l'emissione di co2 eccetera. Soluzioni che però non siano solo di facciata, non siano solo promesse e non siano solo copertine buone in campagna elettorale, per indurre gli elettori e le elettrici a comperare il mio libro (perché alla fine si sa: in libreria si sceglie quasi sempre in base alla copertina). Libro che poi sarà fatto di sole pagine bianche e vuote.

Berlusconi promette di piantare milioni di alberi (che sono comunque meno di quelli previsti dal PNRR) ma poi rilancia il ponte sullo stretto che non è certo un progetto ambientalista; Meloni assicura città a impatto zero ma contemporaneamente l'abbassamento delle tasse, innalzamento delle pensioni, eliminazione di ogni cuneo fiscale, flat tax, zero tax, super tax, cicciotax, senza pensare che il danaro per costruire città a impatto zero andrà pur preso da qualche parte; il PD garantisce la tutela dell'ambiente in ogni sua forma, ma, ahinoi, vien da chiedersi che cosa abbia fatto in questi ultimi 14 anni in cui è stato, più o meno ininterrottamente, al governo con ogni controparte politica; Salvini crede.

In questo grande circo estivo che è la campagna elettorale, viene allora da chiedersi perché nessuno offra delle reali, circostanziate, concrete soluzioni al grande problema climatico?
Certo i Verdi lo fanno – e ci mancherebbe anche che non lo facessero, bontà divina! -, Possibile lo fa e di certo lo faranno e lo fanno numerose altre forze politiche che non conosco – malgrado vorrei -, ma la domanda rimane sempre la stessa e come diceva Quelo "La risposta è dentro di te epperò è sbagliata": perché le grandi forze politiche italiane non puntano tutto sulla questione ambientale? Perché quando si rivolgono al proprio elettorato non parlano del pericolo mortale e finale cui noi tutte e tutti andiamo incontro se non troviamo una soluzione immediata? Perché non sanno, non riescono o non vogliono parlare alle generazioni future, alle persone giovani che più di ogni altra cosa erediteranno da noi una terra distrutta, abbandonata a se stessa? Perché?

Probabilmente perché in definitiva nessuno vuole sentirsi dire certe cose, nessuno vuole ammettere a se stesso che quel che facciamo per l'ambiente – anche e soprattutto singolarmente – non serve a nulla, nessuno vuole occuparsi del domani, di quello che verrà, nessuno vuole davvero impegnarsi in una lotta seria e profonda per l'ambiente a partire dalle piccole cose del quotidiano, nessuno vuole rinunciare alla sua bottiglietta di plastica, al suo etto e mezzo di prosciutto "che faccio, lascio?" con tre etti di involucro di plastica, nessuno vuole fare alcuna piccola rinuncia: vogliamo tutti e tutte pensare all'oggi, alle nostre ferie d'agosto, all'attimo fuggente, alle tasse da pagare di meno senza mai – e ripeto mai per carità – citare il lavoro in nero, tutti vogliamo pensare alla nostra vita e mai alle vite degli altri. Anche se poi, come diceva il sommo poeta, "gli altri siamo noi".

Quindi "regaliamo illusioni", doniamo speranza ai nostri elettori: poco importa se fra meno di cinquant'anni la razza umana sarà sull'orlo dell'estinzione. Noi per adesso paghiamo meno tasse e chiudiamo i porti, così siamo ricchi e padroni a casa nostra… tanto fra cinquant'anni non ci saremo più, che cazzo ce ne frega a noi di questa casa. Ah per inciso: anche a me piacerebbe pagare meno tasse, sia chiaro, ma non è questo il problema.

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