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Perché febbraio ha 29 giorni nel 2024 e ogni quanto si verifica l’anno bisestile

Oggi è il 29 febbraio: il 2024 è dunque un anno bisestile, una data che si verifica ogni quattro anni. “Anno bisesto anno funesto”, dice il proverbio, ma perché l’anno bisestile si chiama proprio così e aggiunge un giorno in più in calendario? Il significato e la spiegazione astronomica.
A cura di Biagio Chiariello
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Oggi è il 29 febbraio 2024, quest'anno infatti è un anno bisestile e il calendario conta dunque 366 giorni: questa data arriva ogni quattro anni e viene aggiunto un giorno al suddetto mese. Un anno bisestile è un anno solare contraddistinto dall'intercalazione di un giorno ‘aggiuntivo': una scelta utilizzata in quasi tutti i calendari, come quello giuliano e gregoriano, al fine di evitare lo ‘slittamento' delle stagioni. L'anno quindi consta di 366 giorni.

L'espressione deriva dal latino “bis sextus dies ante calendas martii”: all'epoca dei Romani fu Giulio Cesare ad inserirlo dopo il 24 di febbraio, ovvero dopo il “sexto die ante Kalendas Martias”. Il giorno in più divenne dunque il “bis sexto die”, da cui oggi deriva la denominazione “bisestile”.

E per ogni anno bisestile c'è sempre un bambino nato in questo giorno che avrà qualche dubbi su quando festeggiare il suo compleanno: c'è chi preferisce anticiparsi al 28 febbraio o chi, forse per non sfidare la sorte, posticipa la ricorrenza al giorno dopo.

Se poi pensiamo che l'ultimo anno bisestile fu il 2020, l’anno della pandemia Covid, forse riusciamo anche in qualche modo a spiegare perché si dice “anno bisesto anno funesto”.

Cosa significa anno bisestile e perché quest'anno febbraio ha 29 giorni

Ma perché ogni quattro anni ce n'è uno composto da 366 giorni? E perché arriva sempre con cadenza quadriennale a febbraio? La spiegazione è di origina astronomica e riguarda l'anno solare. Quest'ultimo infatti non conta 365 giorni precisi, come riportato su ogni classico calendario, ma qualcosina in più: 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.

Si tratta del tempo di cui ha bisogno il Sole per tornare nella medesima posizione, secondo naturalmente la prospettiva della Terra. Quasi sei ore in più che contribuiscono ad un ritardo che si accumula ogni quattro anni – pari ad un giorno intero  – e che, di  conseguenza, causerebbe lo slittamento delle stagioni.

Così, già all'epoca dei Romani, si è deciso di introdurre un 366° giorno da intercalare ogni quattro anni. L'anno di 366 giorni fu detto bisestile, perché quel giorno complementare doveva cadere sei giorni prima delle calende di marzo (facendo raddoppiare il 23 febbraio).

Perché l'anno bisestile cade ogni 4 anni

Il motivo è da ricercare nel problemino presentato da calendario giuliano, ossia una durata di 365 giorni e 6 ore: questo leggero sforamento rispetto alla durata dell'anno solare osservabile astronomicamente aveva creato un accumulo di ritardo che, in più di un millennio, aveva portato le stagioni a slittare, rispetto alle osservazioni astronomiche, di una decina di giorni.

La soluzione arrivò nel 1582 con l'entrata in vigore del calendario gregoriano che modificava la durata media dell'anno, rendendola più simile a quella dell'anno solare. La nuova riforma portò a due modifiche importanti: innanzitutto la cancellazione di dieci giorni. Dal 4 ottobre si passò direttamente al 15 ottobre per recuperare i giorni perduti e si stabilì qualche eccezione alla ricorrenza degli anni bisestili, eliminandone tre ogni 400 anni, in modo da ridurre lo scarto.

Come seconda misura venne aggiunta anche una correzione agli anni bisestili. Nel caso degli anni secolari, cioè quelli coi quali comincia un secolo (il 1800, il 1900, o il 2000), sarebbero stati bisestili soltanto gli anni divisibili per 400. Quindi gli anni bisestili arrivano una volta ogni quattro anni, negli anni divisibili per quattro, ma nel 2100 (ad esempio) non ci sarà un anno bisestile perché è un anno secolare non multiplo di quattrocento.

"Anno bisesto anno funesto", il significato del proverbio

Ma perché si dice "anno bisesto, anno funesto"? Di scientifico e razionale non c’è nulla, ma l’origine di questo proverbio sembra risalire proprio al calendario giuliano e al mondo Romano in cui il mese di febbraio vedeva la celebrazione dei Feralia, ossia le festività dedicate al culto dei morti.

Ecco perché aggiungere un giorno a questo mese, allungandolo di 24 ore non era considerato di buon auspicio. Da qui si è sviluppata un'aura di negatività intorno all'anno bisestile. Avviare nuove attività o addirittura sposarsi in questo periodo non sarebbe esattamente propizio.

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