Per 48 ore vegliano il figlio in fin di vita ma è un altro ragazzo: “Stavano anche per donare gli organi”

"La famiglia per 48 ore ha vegliato un ragazzo che non era il figlio. Sono felici di avergli fatto compagnia, ma stavano per prendere decisioni che non era detto che seguissero anche il volere dei genitori, come l'espianto degli organi. E per tutte quelle ore hanno avuto una speranza".
A parlare a Fanpage.it è l'avvocato Nicola Tamburini, il legale che ha presentato, a nome dei genitori di Jacopo, una denuncia querela contro l’ospedale di Cisanello di Pisa per fare luce sullo scambio avvenuto alcuni mesi fa tra il figlio 16enne e un altro coetaneo, Lorenzo, dopo che i due erano rimasti coinvolti in un grave incidente stradale.
Avvocato Tamburini, cosa è successo il 17 settembre scorso?
È accaduto questo: si è verificato un sinistro stradale, segnalato dalle persone presenti al fatto, e sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari con i mezzi di soccorso. Le due squadre si sono occupate dei due ragazzi a terra e durante le manovre un ragazzo è deceduto, mentre l'altro era grave ma in vita.
I due sono stati caricati sulle ambulanze ma, quando sono arrivati in ospedale, seppur sui mezzi gli operatori avevano correttamente identificato i ragazzi, non si sa perché il nominativo del giovane in condizioni gravi è stato attribuito a quello deceduto.
Cosa è accaduto in quel momento?
I genitori di Jacopo, i miei clienti, sono accorsi in ospedale. Sono stati portati in terapia intensiva e sono rimasti 48 ore con un ragazzo che, nonostante avesse i capelli uguali a quelli del figlio, fin da subito gli aveva fatto sollevare delle perplessità. Aveva le mani e il viso più gonfi, loro hanno chiesto perché e il personale ha risposto che era determinato dai traumi riportati.
Con la maschera dell'ossigeno la visione era problematica, ma loro non trovavano l'apparecchio per i denti e gli è stato riferito che spesso negli incidenti questo viene espulso o inghiottito. Hanno visto anche dei nei nella zona dell'ombelico che non gli risultavano.
In ultimo, nel momento in cui gli è stato chiesto se, in caso di morte, avrebbero donato gli organi, donazione che è stata autorizzata, sono venuti a conoscenza del fatto che al ragazzo erano state fatte delle trasfusioni di sangue. Quando hanno chiesto che gruppo sanguigno gli fosse stato iniettato, glien'è stato dato uno che non poteva essere quello del figlio.
Quindi, hanno segnalato di nuovo la cosa al personale e, a quel punto, i sanitari hanno fatto la verifica sulla salma in Medicina legale. Hanno richiamato i genitori del ragazzo che era stato dato per deceduto, Lorenzo, e, quando hanno tirato fuori il corpo, il padre non lo ha riconosciuto come figlio proprio perché era Jacopo.
Un trauma nel trauma…
Sì, come dice lei, è stato un disagio psicologico terribile. Ma l'aspetto grave della condotta sanitaria è stato non tanto la svista per lo scambio ma, poiché uno dei due corpi era totalmente riconoscibile, il fatto che il soggetto che è stato messo in cella frigorifera non sia stato identificato da nessuno, secondo noi.
Il viso di Jacopo era intatto, come del resto i genitori lo avevano visto durante le manovre di soccorso. Infatti, uno dei dubbi era: ‘Perché sul piazzale dove è avvenuto l'incidente il viso era intatto e, improvvisamente, in ospedale si era gonfiato, deformato?'.
È chiaro che in una situazione del genere, se il personale medico ti dice che è la reazione tipica delle numerose fratture facciali riportate, può venire qualche dubbio ma non fai più di tante domande. La modalità più semplice per accertare l'identità dei due ragazzi sarebbe stata identificare il ragazzo in Medicina legale, cosa che probabilmente non è stata fatta.
I genitori hanno denunciato l'ospedale proprio per capire cosa può essere accaduto.
Assolutamente sì, perché tutta la famiglia per 48 ore ha vegliato un ragazzo che non ce l'ha fatta. Sono felici di avergli fatto compagnia, ma stavano per prendere decisioni che non era detto che seguissero anche il volere dei genitori, come l'espianto degli organi. E indubbiamente per 48 ore questa famiglia ha avuto una speranza che ha dato loro un'ulteriore sofferenza.
Vorrei anche evidenziare il fatto che nessuna delle famiglie ha fatto richieste danni, in questo momento stiamo aspettando l'esito delle indagini della Procura e anche io, come legale, sono in attesa. L'unica cosa che abbiamo fatto, per motivi procedurali, è stata muoverci contro l'Azienda ospedaliera perché ritenevamo doveroso farlo.
Mi occupo un po' in tutta Italia di questo tipo di materia e devo dire che non mi sono capitati nella vita scambi di questo tipo, da un ospedale d'eccellenza come quello dove è avvenuto il fatto non mi era davvero mai successo.
Ora le indagini della Procura sono in corso ma vorrei precisare che nei primi giorni ho letto cose inverosimili su presunti giochi pericolosi con la moto o gare illegali. Non è assolutamente così, gli inquirenti stanno indagando per un sinistro. E questo mi piacerebbe che si dicesse.
Il procedimento è contro ignoti perché è un incidente stradale e a nessuno è stata attribuita una responsabilità. Sono state sentite decine di minori e non ci sono evidenze che sostengano ipotesi diverse da quella del sinistro.