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Pedopornografia, Telefono Azzurro a Fanpage: “Tutti i ragazzi vivono esperienze legate al sexting”

L’allarme di Ernesto Caffo, Presidente e Fondatore di Telefono Azzurro: “Negli incontri che facciamo nelle scuole italiane riscontriamo come tutti i ragazzi e le ragazze vivono esperienze che sono in qualche modo legate al sexting e al grooming, cioè a tutti quei fenomeni che avvengono nella rete in cui c’è una forte componente di sfruttamento sessuale da parte non solo degli adulti, ma talvolta anche dei coetanei. Un elemento che facilita questi comportamenti è la pornografia”.
A cura di Davide Falcioni
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Nel 2021 la Polizia Postale ha trattato 5.316 casi di pedopornografia, con un incremento del 47% rispetto al 2020. Aumentano a 531 i minori approcciati sul web da adulti abusanti; dal 2021 al 2020, inoltre, sono aumentate del 64% le segnalazioni sulla presenza online di materiale CSAM (Child Sexual Abuse Material), con il 97% dei casi segnalati relativi a minori di sesso femminile. Rispetto al 2020, foto e video raffiguranti bambini e adolescenti in attività sessuali esplicite sono quasi raddoppiati, mentre sono quasi triplicati i casi di Pedofilia e Abuso sessuale online gestiti da Telefono Azzurro. Numeri impressionanti, che però rappresentano solo la punta dell'iceberg dal momento che la stragrande maggioranza degli episodi di abuso sfuggono ad ogni controllo e monitoraggio. Ma quali sono le cause del boom di violenze online? Come si possono aiutare bambini ed adolescenti a difendersi? E quali sono i segnali di pericolo che devono essere colti dai genitori? In occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia Fanpage.it ne ha parlato con il professor Ernesto Caffo, Presidente e Fondatore di Telefono Azzurro, onlus nata nel 1987 che in questi 35 anni di attività ha dato ascolto alle richieste di aiuto di migliaia di bambini.

Ernesto Caffo, presidente e fondatore di Telefono Azzurro
Ernesto Caffo, presidente e fondatore di Telefono Azzurro

Professore, come si spiega il boom dei casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale nel 2021?

In realtà il fenomeno della pedopornografia è ampiamente sottostimato e i dati di cui siamo in possesso non rappresentano che la punta di un iceberg ben più esteso di quanto ci appaia dalle statistiche. Non tutte le vittime infatti sporgono denuncia, anzi la stragrande maggioranza di loro non ne parla né a casa, né a scuola, tanto meno con polizia e l'autorità giudiziaria. Chi viene abusato online prova un forte senso di colpa, teme le conseguenze del suo racconto e il giudizio degli altri. Quei numeri che abbiamo rilevato quindi non sono che l'espressione di una piccola parte del problema; negli incontri che Telefono Azzurro fa nelle scuole italiane abbiamo riscontrato come tutti i ragazzi e le ragazze abbiano ben chiaro ciò di cui stiamo parlando. Tutti vivono esperienze che sono in qualche modo legate al sexting e al grooming, cioè a quei fenomeni che avvengono nella rete in cui c'è una forte componente di sfruttamento sessuale da parte non solo degli adulti, ma talvolta anche dei coetanei. Un elemento che facilita questi comportamenti è ovviamente la pornografia.

Cosa intende?

Da alcuni anni il mercato del porno è libero e composto sovente da contenuti autoprodotti anche da giovani e giovanissimi: vi è invasione di piattaforme alle quali si può accedere liberamente, senza alcun pagamento, né controllo dell'età. In molti casi il porno crea una forte dipendenza: secondo alcuni studi moltissimi ragazzi anche giovanissimi dichiarano di frequentare costantemente siti pornografici. Il problema è però che i bambini non hanno ancora gli strumenti per decifrare correttamente quello che stanno guardando, finendo inevitabilmente per considerare quelle pratiche e quei comportamenti come normali e corretti, inclusi quelli relativi ad una sessualità violenta e "perversa". A tutto ciò va aggiunto che sempre più spesso i ragazzi accettano di esporsi, mostrandosi anche ad adulti in cambio di piccoli regali e talvolta somme di denaro.

Non sempre i genitori e la scuola affrontano correttamente i temi legati alla sessualità.

È vero, e questo è un grosso limite del nostro sistema educativo. Di sessualità non si parla molto né nelle case, né nelle scuole.

Gli abusi sui minori sul web sono aumentati nel 2021 rispetto al 2020. C'è qualche correlazione con l'esplosione della pandemia di SarsCov2?

La pandemia è stata un periodo in cui la solitudine dei ragazzi ha spostato il loro interesse nel web, che hanno frequentato in modo costante e continuativo in assenza di altri stimoli ed opportunità nel "mondo reale". Quello della sessualità è un tema che qualunque adolescente vive normalmente, di conseguenza l'isolamento causato dal Covid ha facilitato lo scambio di messaggi, foto e video, portando anche a situazioni fortemente tossiche e delicate in cui sono proliferati gli abusi.

Alcuni servizi di messaggistica, ad esempio Telegram, sono colmi di gruppi composti da migliaia di utenti che si scambiano ogni giorno migliaia di messaggi anche a sfondo pedopornografico. Perché è difficile chiudere questi gruppi?

C’è stato negli ultimi anni un aumento della sensibilità da parte di alcune piattaforme di messaggistica, che hanno cercato di attivare percorsi di verifica delle chat dotandosi anche di appositi moderatori. Altre piattaforme, ad esempio Telegram, non si sono mai adeguate a queste buone regole sostenendo di non essere responsabili per i materiali che vengono scambiati tra i suoi utenti. I problemi sono diversi: il diritto internazionale è ancora immaturo e manca un adeguato schema normativo. Un importante passo in avanti ci sarà l'11 maggio, quando uscirà la direttiva europea sulla sicurezza dei bambini nella rete. Abbiamo bisogno di un accorso che – pur garantendo le piattaforme di messaggistica – tuteli i diritti degli utenti, soprattutto di quelli più deboli. Servono quindi anche sanzioni che possano essere tempestivamente applicate, perché gli abusi online sono continui e in costante aumento in tutto il mondo. Non c'è tempo da perdere. Se online circola un'immagine pedopornografica si deve essere in grado di intervenire non dopo ore o giorni, ma dopo pochi secondi. Questo richieste un enorme lavoro anche tecnologico.

Come riconoscere l’adescamento online? Cosa possono fare i ragazzi e le ragazze per difendersi?

È importante che se ne parli sin da piccoli. Ai bambini va spiegato cos'è il grooming, cosa può succedere nella rete, va detto loro come funzionano le chat e quali sono le insidie a cui vanno incontro. Come Telefono Azzurro abbiamo riscontrato che i giovani sono perfettamente in grado di discutere di questi temi e parlarne con cognizione di causa; non lo fanno quasi mai in famiglia per paura del giudizio degli adulti, ma sono capaci di riflettere su queste questioni e anche aiutarsi a vicenda. Il peer to peer funziona molto; non si aiutano ragazzi e ragazze andando con la divisa a scuola. Vanno resi responsabili e ascoltati perché loro frequentano la rete e sanno usarla molto meglio degli adulti.

In che modo invece gli adulti possono riconoscere situazioni di pericolo per i figli?

Ci sono molti segnali che è bene cogliere: spesso capita di vedere ragazzi turbati e preoccupati, molti ad esempio si cancellano all'improvviso dai loro profili sui social network e in generale quando accade è necessario chiederci il perché. Spesso vuol dire che avevano dei timori, che sono hanno subito degli abusi ma hanno paura a parlarne apertamente. Dobbiamo invece discutere di queste cose molto precocemente, a partire dagli da 8, 9, 10 anni, spesso anche prima. Non sere a niente farlo quando ormai è tardi e gli adolescenti hanno perso la fiducia verso gli adulti. Non serve neppure proibire e presentare il digitale come un male. Internet è parte della vita di ragazzi e ragazze. Proibirne loro l'accesso con l'illusione di proteggerli è inutile e dannoso.

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