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Pedofilia, per la Corte Europea il Vaticano non può essere denunciato: ha l’immunità

La Corte europea dei Diritti dell’uomo (Cedu) si è espressa per la prima volta sullo spinoso tema riconoscendo, di fatto, l’immunità della Santa Sede. Questo perché gode dell’immunità sovrana. Inoltre è stato affermato che la cattiva condotta dei preti e dei loro superiori non può essere attribuita alla Santa Sede.
A cura di Biagio Chiariello
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È una sentenza che sicuramente non mancherà di far discutere quella con cui la Corte europea dei Diritti dell'uomo ha stabilito che "la Santa Sede non può essere chiamata in giudizio per i casi di abusi sessuali commessi dai sacerdoti di vari Paesi". Il Vaticano, dunque, in virtù dei “principi di diritto internazionale” risulta “immune” alle querele. Per questo motivo sono stati rigettate le cause intentate da 24 persone in una sorta di class action di vittime delle pedofilia: avevano dichiarato di essere state abusate in diversi momenti da sacerdoti e religiosi in Belgio.

Santa Sede non può essere denunciata coi preti citati dalle vittime

I querelanti – di nazionalità belga, francese e olandese – erano ricorsi al parere della Cedu di Strasburgo, dopo che i giudici locali avevano dichiarato di non avere giurisdizione, sperando in un esito differente. Nello specifico avevano intentato nel 2011 l’azione civile collettiva di risarcimento contro il Vaticano, i vertici della Chiesa cattolica in Belgio e le associazioni cattoliche "per il danno causato dal modo strutturalmente carente in cui la Chiesa cattolica ha affrontato il problema degli abusi sessuali al suo interno".

Il Vaticano ha caratteristiche paragonabili a quelle di uno Stato" hanno spiegato oggi i giudici, "per questo riteniamo legittimo che la giustizia belga abbia reputato la Santa Sede come un ente sovrano straniero, con gli stessi doveri ma anche diritti di uno Stato".

L’immunità giurisdizionale del Vaticano

La decisione di Strasburgo specifica chiaramente il fatto che la Santa Sede gode dell'immunità sovrana e che nessuna eccezione può essere applicata a questa regola, nemmeno se la cattiva condotta dei vescovi nella gestione dei casi di abuso è palese. Ma anche in questo caso la responsabilità non può essere attribuita al Vaticano.

3mila pedofili nella Chiesa dal 1950

La sentenza arriva a pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase) in Francia: i documenti raccontano di oltre 3mila pedofili tra preti e membri religiosi dal 1950 ad oggi. "E la stima è al ribasso", aveva aggiunto il capo della commissione indipendente Jean-Marc Sauve. Lo stesso Papa Francesco aveva espresso vergogna per i fatti emersi, incoraggiando “i vescovi e i superiori religiosi a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano”.

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