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Paziente muore dopo l’intervento al colon per rimuovere un tumore: due chirurghi a processo a Lecce

Due chirurghi dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce sono stati rinviati a giudizio per la morte di Antonio Colelli, 71 anni, deceduto il 6 settembre 2023 per una sepsi fulminante dopo un intervento al colon. La famiglia si è costituita parte civile, il processo inizierà a febbraio 2025.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Due chirurghi in servizio all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce sono stati rinviati a giudizio per la morte di Antonio Colelli, un uomo di 71 anni di Monteroni, deceduto il 6 settembre 2023 nel reparto di Rianimazione del dipartimento emergenze-urgenza. La vittima era stata sottoposta a un intervento chirurgico per rimuovere un tumore al colon, ma pochi giorni dopo la procedura ha sviluppato una sepsi fulminante che si è rivelata fatale.

Il rinvio a giudizio è stato disposto dal giudice per l’udienza preliminare Angelo Zizzari, su richiesta della sostituta procuratrice Simona Rizzo, a seguito della denuncia sporta dai figli di Colelli tramite l’avvocato Giuseppe Milli. Inizialmente nel registro degli indagati figuravano anche alcuni infermieri, poi depennati durante le indagini. Le accuse nei confronti dei due medici sono di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.

Il caso ruota attorno al decorso post-operatorio drammatico del paziente. Dopo l’intervento, i familiari riferiscono che Colelli ha iniziato a manifestare forti dolori allo stomaco, conati di vomito e difficoltà respiratorie. Nonostante le preoccupazioni, secondo la denuncia, i medici avrebbero rassicurato la famiglia sul corretto esito dell’operazione. Tuttavia, quattro giorni più tardi, il 5 settembre, l’uomo è stato sottoposto a un secondo intervento d’urgenza che ha evidenziato un quadro clinico già compromesso dalla sepsi diffusa, provocando la morte del paziente.

Una consulenza medico-legale condotta dal dottor Roberto Vaglio ha contribuito a ricostruire le tappe del calvario subito da Colelli. La perizia ha evidenziato possibili errori nella costruzione dell’anastomosi, ossia l’unione di due estremità del colon, eseguita con un tratto di tessuto ritenuto non adeguato a sostenere la pressione interna. Questo errore potrebbe aver innescato la progressione dell’infezione, aggravata dal ritardo nel riconoscimento della gravità del quadro clinico.

Gli imputati hanno scelto di affrontare il processo nel dibattimento ordinario, evitando il rito abbreviato, per dimostrare la propria estraneità ai fatti. “Abbiamo preferito questa linea difensiva – spiega l’avvocato Giacinto Epifani – per poter presentare in aula perizie tecniche a supporto dei medici e contestare l’accusa che parla di responsabilità basata sulla probabilità”.

La prima udienza del processo è fissata per il prossimo febbraio davanti al giudice monocratico Andrea Giannone. I familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Giuseppe Milli e Diego Mansi, si sono costituiti parte civile, insieme alla Asl locale e a tre società assicurative. Gli imputati saranno difesi dagli avvocati Giacinto Epifani, Diego Libraro, Sergio Losavio e Karin Pantaleo.

Il procedimento sarà l’occasione per fare luce su quanto accaduto e stabilire eventuali responsabilità dei due chirurghi. La vicenda ha suscitato grande attenzione nella comunità di Monteroni e nel Salento, non solo per la drammaticità della morte, ma anche per il contesto sanitario in cui si è verificata. La sepsi che ha portato alla morte di Colelli si è sviluppata in pochi giorni, trasformando quella che doveva essere una guarigione in un esito fatale, segnando profondamente i familiari e suscitando interrogativi sulla gestione clinica del paziente.

Il processo si preannuncia lungo e complesso, con una ricostruzione dettagliata degli interventi chirurgici e del decorso ospedaliero, fino all’analisi di tutte le decisioni prese dai medici e dal personale sanitario. Solo il dibattimento potrà chiarire se vi siano state omissioni o errori tali da configurare le accuse di omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario.

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