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Notizie sulla detenzione di Patrick Zaki in Egitto

Patrik Zaki, la sorella: “Ancora non è stato rilasciato”. Ong: “È in una stazione di polizia”

Marise George, sorella di patrik Zaki “Non sappiamo quando lo rilasceranno”. L’ONG per cui il trentenne lavorava rassicura: “È stato portato alla stazione di polizia di Mansora 2 per completare le procedure di rilascio”.
A cura di Davide Falcioni
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Patrick Zaki non è stato ancora scarcerato. All'indomani della decisione presa dai giudici del Tribunale di Mansura lo studente egiziano non ha ancora lasciato il carcere dove è rinchiuso da 22 mesi; "Niente, ancora", hanno fatto sapere attivisti egiziani all'agenzia Dire. A confermare che il giovane è ancora recluso all'Ansa è stata sua sorella Marise George, rispondendo alla domanda se il fratello verrà rilasciato oggi: "Non sappiamo quando lo rilasceranno. Probabilmente oggi, ma non lo sappiamo", ha detto la ragazza. Eipr, l'ong egiziana per la quale Patrick lavorava come ricercatore, fornisce però indicazioni importanti. "Una fonte della polizia" afferma che Patrick Zaki "è stato portato alla stazione di polizia di Mansora 2 per completare le procedure di rilascio".

Lo studente dell'università di Bologna, in carcere dal 7 febbraio 2020, ieri ha affrontato la terza udienza del processo presso il Tribunale speciale d'emergenza per i reati minori, a Mansoura, perché accusato di diffusione di false notizie. Nella mattinata i giudici ne hanno disposto il rilascio ma l'accusa non è decaduta e il prossimo primo febbraio lo studente dovrà tornare nuovamente in aula. Rischia una condanna fino a 5 anni di reclusione.

Zaki, 30 anni, era stato recentemente trasferito dal carcere del Cairo, dove ha trascorso quasi tutta la sua custodia cautelare, ad una prigione di Mansura. In tribunale ieri erano presenti, come nelle due precedenti udienze, anche diplomatici italiani e, su richiesta dell'Ambasciata italiana, pure di altri Paesi per monitorare il processo come prima avevano fatto per tutte le sessioni di rinnovo della custodia cautelare. Da mesi si stanno susseguendo appelli alle istituzioni italiane ed europee affinché potessero intervenire a favore di Patrick. Lo studente ieri era apparso particolarmente provato, ma fiducioso; dalla cella riservata agli imputati poco prima dell'inizio dell'udienza ha voluto lanciare un saluto all'Italia. "Bene, bene, grazie", ha detto alzando il pollice, rispondendo  a un diplomatico italiano che gli chiedeva come stesse. "Speriamo che nella prossima udienza ci sia quel passo in più che tutti aspettiamo e cioè il riconoscimento della sua innocenza, ma oggi è comunque stato fatto tantissimo" ha commentato a Fanpage.it Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia. La scarcerazione di Zaki è attesa nelle prossime ore.

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