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Parrocchia multata perché i ragazzini giocano a calcio. Il parroco: “Qui Dpcm non vale”

Accade nel torinese, dove una parrocchia è stata multata poiché 17 ragazzini stavano giocando a calcio all’oratorio. Il parroco non ci sta e presenta ricorso: “Secondo i Patti Lateranensi, qui il Dpcm non vale. La polizia deve chiedere autorizzazione al parroco prima di fare qualunque controllo nelle aree della chiesa”
A cura di Gabriella Mazzeo
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La parrocchia di Chivasso (Torino) è stata multata per violazione delle norme anti Covid. Il 4 dicembre 2020, 17 ragazzini giocavano a calcetto nel campo dell'oratorio violando in questo modo le restrizioni imposte dal Dpcm. Il parroco Davide Smiderle ha presentato ricorso appellandosi ai Patti Lateranensi secondo i quali la forza pubblica può entrare nei luoghi di culto solo nei casi di urgenza.

Nel ricorso si legge che l'accordo tra Stato e Chiesa prevede che la forza pubblica non possa entrare per l'esercizio delle sue funzioni negli edifici aperti al culto senza averne dato preavviso all'autorità ecclesiastica. Le attività di controllo, secondo il ricorso citato da La Stampa, non sono per definizione casi di grande necessità, ma operazioni di routine. I controlli effettuati in chiesa per verificare l'utilizzo dei dispositivi di protezione personale e il rispetto del distanziamento sarebbero dunque da ritenersi illegali se effettuati senza permesso del parroco.

Le partite di calcio e di basket nel campo dell'oratorio erano state segnalate da un cittadino che aveva chiamato i vigili. La polizia municipale era già stata allertata in merito e gli agenti avevano scelto la via diplomatica facendo solo un primo avvertimento pacifico alla parrocchia. La seconda volta è scattato l'intervento con conseguente sanzione. Così il parroco ha subito mandato all'avvocato richiesta per avviare la causa sulla base della lettera dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia del 5 novembre 2020: "Tutte le attività pastorali programmate sono ammesse nel rispetto del protocollo già pubblicato. Spetta al parroco decidere l'eventuale sospensione". Secondo don Smiderle, quindi, tutto sarebbe stato in regola. L'avvocato precisa che il cortile avrebbe potuto contenere 300 persone e che i ragazzini erano "soltanto" in 17, con indosso dispositivi di sicurezza personale come da raccomandazione.

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