“Papà non litigare” la letterina del bimbo prima del femminicidio di Pordenone

Alla notizia che Giuseppe Forciniti aveva assassinato la compagna Aurelia Laurenti nella loro abitazione di Roverdo in Piano (Pordenone) tantissimi tra vicini e conoscenti si sono detti sconvolti e increduli perché mai avrebbero pensato a qualcosa del genere in una coppia che appariva affiatata ma in realtà che qualcosa non andasse e che i rapporti tra i due fossero in crisi negli ultimi tempi lo testimoniano i genitori della vittima ma anche una letterina scritta al papà dal figlio maggiore, un bimbo di soli 8 anni. La lettera è stata rinvenuta dagli inquirenti in casa ed è finta agli atti dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Pordenone.
Si tratta di poche righe in cui , secondo quanto riporta Il Messaggero, emerge che il piccolo di fatto è consapevole di quanto sta accadendo e chiede al padre di “non litigare”, di lasciar perdere e pensare al lavoro. “Gli dice di tener duro” ha rivelato il legale di Forciniti, l'avvocato Ernesto De Toni. Una letterina che potrebbe confermare il clima di tensione che si respirava in casa e che secondo il papà della vittima, Giuseppe Laurenti, si era esasperato dopo la scoperta che "lui la tradiva” e la conseguente decisione di lei che “voleva lasciarlo". "Questa estate mia figlia aveva visto il cellulare di Giuseppe, lo aveva controllato e aveva trovato l'evidenza di almeno una relazione con un'altra donna, ce n'era anche una seconda, ne sono certo" ha raccontato l’uomo ai media locali.
In attesa che Giuseppe Forciniti parli dal carcere dove è rinchiuso e da dove ha confermato che intende collaborare, ora proprio le parole del piccolo porrebbero dare altri elemini utili agli inquirenti. Il bambino è stato già sentito in Questura a Pordenone in forma protetta per sondare il suo stato d’animo sconvolto dalla tragedia. In particolare si cerca di capire se abbia visto o intuito qualcosa di quella terribile serata di mercoledì quando il padre ha assassinato la madre a coltellate nella villetta in cui vivevano insieme da sette anni. Per il femminicidio di Pordenone l’uomo deve rispondere di omicidio volontario aggravato, la Procura ha chiesto che rimanga in carcere.