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Papa Francesco: “Nella mangiatoia il senso del Natale, pensiamo ai bambini divorati dalla guerra”

Nell’omelia della Messa della Notte della nascita di Gesù, il Papa invita i fedeli a non dimenticare i poveri. “La povera mangiatoia – sottolinea Bergoglio – fa emergere le vere ricchezze della vita: non il denaro e il potere, ma le relazioni e le persone”. Poi un appello: “Non lasciamo passare questo Natale senza fare qualcosa di buono”
A cura di Biagio Chiariello
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Le navate della Basilica di San Pietro stracolme di fedeli, come ai tempi di prima della pandemia, in occasione della Notte d Natale. Un Natale però minacciato dalla guerra in Ucraina (e non solo), e in tal senso il messaggio di pace e di speranza nell'omelia di Papa Francesco è chiaro: “Dopo molti Natali festeggiati tra  addobbi e regali, dopo tanto consumismo che ha avvolto il  mistero che celebriamo, c'è un rischio: sappiamo tante cose sul  Natale, ma ne scordiamo il significato”.

Bergoglio rivolge dunque il suo pensiero ai bambini:

"Anche in questo Natale un'umanità insaziabile di soldi, potere e piacere non fa posto, come fu per Gesù, ai più piccoli, a tanti nascituri, poveri, dimenticati. Penso soprattutto ai bambini divorati da guerre, povertà e ingiustizia. Ma Gesù viene proprio lì, bambino nella mangiatoia dello scarto e del rifiuto".

Papa Francesco, in sedia a rotelle, guarda poi alla mangiatoia, dove è nato Gesù, e sottolinea che "serve a portare il cibo vicino alla bocca e a consumarlo più in fretta. Essa può così simboleggiare un aspetto dell'umanità: la voracità nel consumare. Perché, mentre gli animali nella stalla consumano cibo, gli uomini nel mondo, affamati di potere e di denaro, consumano pure i loro vicini, i loro fratelli. Quante guerre!", ha commentato.

"E in quanti luoghi, ancora oggi, la dignità e la libertà vengono calpestate! E sempre le principali vittime della voracità umana sono i fragili, i deboli", ha aggiunto il Pontefice.

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Papa Francesco guarda poi alla povertà nella quale ha scelto di nascere Gesù e avverte che "non è veramente Natale senza i poveri".

"E la prima persona, la prima ricchezza, è Gesù. Ma noi vogliamo stare al suo fianco? Ci avviciniamo a Lui, amiamo la sua povertà? O preferiamo rimanere comodi nei nostri interessi? Soprattutto, lo visitiamo dove Lui si trova, cioè nelle povere mangiatoie del nostro mondo? Lì Egli è presente. E noi siamo chiamati a essere una Chiesa che adora Gesù povero e serve Gesù nei poveri".

L’amore di Dio "è concreto", dice Francesco, Gesù non parla tanto di povertà, ma la vive e la abbraccia, non vuole parole ed esteriorità ma ci chiede una fede concreta, fatta di azioni. “E allora su di Lui non bastano più le teorie, i bei pensieri e i pii sentimenti. Gesù, che nasce povero, vivrà povero e morirà povero, non ha fatto tanti discorsi sulla povertà, ma l’ha vissuta fino in fondo per noi”, quindi il Papa invita tutti a non far passare il Natale senza compiere un gesto d’amore, soprattutto verso chi ne ha più bisogno perché nessuno deve scoraggiarsi: “Rinasca la speranza”.

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