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“Papà aiutami, mi hanno arrestato”: la nuova truffa telefonica dei finti poliziotti

La Questura di Bolzano mette in guardia dall’ultima frontiera delle truffe indirizzate in particolare alle persone anziane: il truffatore, fingendosi capo di un ufficio di polizia, chiama l’ignaro cittadino comunicandogli di aver arrestato il figlio, pretendendo soldi in cambio della sua libertà.
A cura di Ida Artiaco
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Chiamano fingendosi dei poliziotti che affermano di aver arrestato il figlio della loro vittima e per rimetterlo in libertà chiedono soldi o altri oggetti di valore. È questa l'ultima truffa svelata oggi dalla Questura di Bolzano dopo aver ricevuto diverse segnalazioni in merito. E tutte con lo stesso modus operandi.

Un soggetto, fingendo di parlare da un Ufficio di Polizia e di esserne il capo, telefona al numero fisso dell'ignaro cittadino per comunicargli di aver arrestato il figlio. A quel punto, il truffatore fa intervenire un complice che, fingendosi il figlio della persona contattata, si dispera, piange e implora aiuto.

Il truffatore riprende la parola e chiede denaro o monili, a titolo di cauzione, per rimettere in libertà il congiunto. Ad oggi, sottolineano gli uomini della Questura di Bolzano, sembra che nessuno dei cittadini che ha segnalato la truffa sia caduto nella trappola. Tutti hanno informato prima i propri figli e poi la Polizia di Stato.

La Questura, si legge nel comunicato ufficiale appena diffuso, "nel ribadire che nel nostro ordinamento non esiste l’istituto della cauzione e che quindi nessun arrestato può essere messo in libertà dietro consegna di denaro, invita le persone anziane a prestare massima attenzione a questo tipo di richieste telefoniche, consigliando di richiedere, come successo nella giornata di oggi, sempre l’intervento delle Forze dell’Ordine, contattando il numero unico delle emergenze 112″.

Solo qualche giorni fa le forze dell'ordine avevano messo in guardia anche contro un altro tipo di truffa, questa volta collegato ad un messaggio su Whatsapp, e scoperta dalla polizia postale. "Ciao mamma, il mio cellulare è rotto: ho cambiato numero!", recita il testo seguito di solito da un secondo messaggio con una richiesta di soldi.

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