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Paola Soragni, consigliera M5S no green pass esclusa dal comune: “Discriminata ma ho paura del vaccino”

Paola Soragni aveva chiesto di poter continuare a partecipare in video conferenza ma questa possibilità le è stata negata e quindi da venerdì dovrà rinunciare alle sedute del consiglio comunale di Reggio Emilia. “Ho semplicemente paura di questo vaccino e i tamponi non sono piacevoli e non li faccio” ha spiegato.
A cura di Antonio Palma
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“Non sono vaccinata contro il covid e non ho al momento intenzione di vaccinarmi, per questo mi è stata negata la partecipazione al Consiglio comunale persino in video conferenza” a denunciare l’accaduto è Paola Soragni, consigliera comunale a Reggio Emilia ed esponente del Movimento 5 Stelle. L’avvocato infatti è incappata nelle nuove regole valide dal 15 ottobre quando per accedere a tuti i luoghi di lavoro è necessario avere il green pass, ottenuto o tramite vaccino o con tampone.  “Ho paura del Covid e altrettanta di questo vaccino” ha spiegato la diretta interessata nel corso di una seduta in Sala del Tricolore a Reggio Emilia dove ha annunciato ai colleghi che non si vaccinerà.

Paola Soragni aveva chiesto di poter continuare a partecipare in video conferenza ma questa possibilità le è stata negata e quindi da venerdì dovrà rinunciare alle sedute del consiglio comunale. “Vi comunico che sarò assente, ma continuerò a seguirvi e a denunciare questa discriminazione, sia come consigliera che come avvocato” ha affermato la consigliera. Il problema è che l’esponente del M5s non ha intenzione né di vaccinarsi né di sottoporsi continuamente ai test che le permetterebbero di poter avere il green pass.

“Ho semplicemente paura di questo vaccino. Penso sia umano. E siccome non è obbligatorio, non vedo perché debba essere discriminata” ha spiegato a il Resto del Carlino dove ha precisato di no essere no vax ma no green pass. “Ho sempre fatto tutte le vaccinazioni, ma di questa ho il terrore, penso che ci sia stato poco tempo per sperimentarlo. Sono contraria all’obbligatorietà del Green Pass” ha chiarito. I tamponi invece “Non sono piacevoli e non li faccio" ha aggiunto.

La consigliera ora sta valutando se interessare la magistratura sulla vicenda visto che reputa di essere stata discriminata in quanto un altro consigliere è stato concesso di seguire le sessioni in videoconferenza perché si dovrà operare. Forse però si potrà arrivare a una soluzione evitando il ricorso ai tribunali. Il presidente del consiglio comunale di Regio Emilia, infatti, si è detto disponibile a trovare un compromesso, anche se  la strada è difficile. “Avevo capito male, non pensavo che per lei fosse un problema di tale portata fare i tamponi. Il regolamento dice che solo per due motivi si può chiedere di seguire il Consiglio via streaming: salute o lavoro. È un caso complicato, porterò il caso nella conferenza dei capigruppo e ragioneremo assieme con maggioranze e opposizione” ha spiegato Matteo Iori.

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