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Panini, re delle figurine dei calciatori, è in vendita: pronta offerta dagli USA

Un gruppo statunitense nei giorni scorsi si è recato a Modena per valutare la possibilità di acquistare il Gruppo Panini; quello che – tra le altre cose – stampa anche le ormai leggendarie figurine dei calciatori.
A cura di Davide Falcioni
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Il Gruppo Panini, quello che – tra le altre cose – stampa anche le ormai leggendarie figurine dei calciatori, potrebbe essere venduto a una società statunitense che nei giorni scorsi ha preso i primi contatti con i dirigenti per valutare le condizioni di un possibile acquisto. Uno dei simboli del Made in Italy potrebbe quindi diventare a "stelle e strisce". Secondo quanto riporta La Gazzetta di Modena una delegazione americana ha preso contatti con i vertici del Gruppo Panini, le cui principali quote azionarie sono nelle mani dell'italo argentino Aldo Hugo Sallustro, attuale amministratore delegato, e dalla famiglia bolognese Baroni. I contatti sono serviti a valutare attentamente la fattibilità dell'operazione di acquisto.

La valutazione complessiva della società si aggirerebbe intorno al miliardo di euro e sarebbe ferma l'intenzione dell'ad Sallustro, entrato in Panini nel 1992 rilevando la società con un gruppo di investitori italiani, di cui faceva parte anche la De Agostini Editore, di voler comunque mantenere la produzione a Modena. L'ultimo bilancio, coincidente lo scorso anno con i Campionati Mondiali in Russia, è particolarmente atteso e potrebbe aggirarsi sui 700-750 milioni di euro. Si calcola che la Panini diffonda 5 miliardi di figurine all'anno mentre in Italia produce una trentina di collezioni, che diventano 400 nel resto del mondo.

Il Gruppo Panini, che conta 450 dipendenti a Modena, altri 700 nel mondo e nelle consociate più importanti in Usa, Francia, Inghilterra, Spagna e Germania, ha un fatturato che, mediamente, si aggira sui 550 milioni di euro, con forti crescite negli anni degli Europei e dei Mondiali di calcio. Già nel 2014, nell'anno dei Mondiali in Brasile, era stato affidato un incarico alla banca d'affari Nomura per sondare possibili acquirenti, ma non era arrivato nulla di concreto.

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