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Palermo, sparò in testa a un migrante: condannato Emanuele Rubino, assolto il fratello

La quarta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a 12 anni Emanuele Rubino e ha assolto, con formula dubitativa, il fratello Giuseppe. Erano accusati del tentato omicidio di Yusupha Susso, il giovane gambiano che nel 2016 venne raggiunto da un colpo di pistola alla testa.
A cura di Susanna Picone
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Si è concluso con una condanna e una assoluzione il processo per il tentato omicidio di Yusupha Susso, il giovane gambiano che il 2 aprile del 2016 venne raggiunto da un colpo di pistola alla testa in via Fiume a Palermo. La quarta sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a dodici anni Emanuele Rubino e ha assolto, con formula dubitativa, il fratello Giuseppe. Entrambi, difesi dall'avvocato Miria Rizzo, erano accusati del tentato omicidio del giovane migrante. Per loro il pm Vittorio Coppola aveva chiesto la condanna a 16 anni.

La lite e la sparatoria a Palermo – Prima della sparatoria in centro a Palermo ci fu una discussione molto animata nel quartiere di Ballarò tra alcuni stranieri e i fratelli Rubino. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le telecamere di sorveglianza immortalarono Emanuele Rubino mentre attraversava via Maqueda e via Roma per raggiungere il gruppo di ragazzi con una pistola in pugno. Pistola che poi avrebbe usato contro il migrante. Il giallo di via Fiume fu risolto in poche ore dalla polizia che individuò e arrestò il giovane palermitano Emanuele Rubino. Per il pm, alla lite in strada avrebbe partecipato anche il fratello di Emanuele Rubino, Giuseppe, che poi avrebbe anche avuto un ruolo nella sparatoria cercando di fermare il gambiano ma che al termine del processo è stato assolto dai giudici.

Il giovane migrante si salvò miracolosamente – Dopo la sparatoria, Yusupha Susso fu costretto a restare diversi giorni nel reparto di Rianimazioni, ma per fortuna si salvò: il proiettile entrò e uscì dalla testa. Intanto, migliaia di palermitani scesero in piazza per manifestare contro ogni forma di violenza. “Quello che è successo in via Fiume – dissero gli organizzatori alla manifestazione – è solo l'ultimo e il più grave di una serie di episodi di violenza che stanno tornando a colpire Palermo. Un balordo ha sparato alla testa a un ragazzo solo perché si era ribellato alla sua prepotenza in stile mafioso. Il ragazzo colpito si chiama Yusupha, ma si sarebbe potuto chiamare Giuseppe, Calogero o Salvatore, e tornava da un pomeriggio trascorso a riqualificare un campetto di calcio abbandonato nel quartiere di Ballarò e destinato a tutti i giovani del territori”.

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