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Palermo, 85 arresti: c’è anche un agente di polizia penitenziaria, comunicava con i boss mafiosi

I carabinieri del comando provinciale di Palermo e la Direzione Investigativa Antimafia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per 85 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, reati in materia di armi, estorsione e corruzione. In manette anche agente di polizia ed ex collaboratrice di giustizia.
A cura di Davide Falcioni
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Non era ancora l'alba quando i carabinieri del comando provinciale di Palermo e la Direzione Investigativa Antimafia hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare per 85 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, reati in materia di armi, estorsione e corruzione. L'operazione si è svolta in provincia di Palermo e in altre regioni italiane ed è stata coordinata Dda. In sessantatré sono finiti in carcere, 18 si trovano agli arresti domiciliari e quattro sono sottoposti  a obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.

L'operazione, chiamata ‘Gordio' e effettuata con la partecipazione di unità cinofile, del nucleo elicotteri e dello squadrone cacciatori di Sicilia, ha riguardato le province di Palermo, Trapani, Latina, Napoli, Roma e Nuoro, territori nei quali sono stati eseguiti 70 dei provvedimenti cautelari complessivi per imputazioni di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (5 organizzazioni individuate) e reati come produzione e traffico di stupefacenti (marijuana, cocaina e hashish), ma anche reati in materia di armi e contro la pubblica amministrazione (corruzione di un agente della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere Pagliarelli di Palermo).

Le indagini sono nate da una serie di accertamenti avviati dai carabinieri della compagnia di Partinico nel novembre 2017 su un imprenditore del settore viticolo, Ottavio Lo Cricchio, e Michele Vitale, esponente della famiglia mafiosa dei Vitale, storici capi del mandamento mafioso di Partinico e noti come ‘Fardazza'. Tra le persone finite in manette c'è anche la collaboratrice di giustizia Giusi Vitale, da poco estromessa dal programma di protezione. L'ex capomafia della famiglia ‘Fardazza' in passato aveva dato un contributo importante per raccontare i retroscena di Cosa Nostra. Secondo l'accusa, corroborata dalle intercettazioni, la donna avrebbe gestito un imponente traffico di cocaina dalla località segreta dove viveva, d'accordo con i parenti in Sicilia. Avrebbe acquistato la droga dai Casamonica e in Calabria. Tra i destinatari delle misure cautelari c'è anche un agente di polizia penitenziaria in servizio presso il penitenziario Pagliarelli di Palermo. È accusato di corruzione aggravata e si trova ai domiciliari: avrebbe favorito le comunicazioni all'esterno di Francesco Nania, tratto in arresto per associazione mafiosa nel febbraio 2018, perché individuato quale referente della famiglia di Partinico.

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