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Padova, scagionato l’autista dello scuolabus che si ribaltò: “Aiutò i bambini e non scappò”

Deniss Panduru, autista rumeno di 51 anni, il 17 maggio 2019 era alla guida di uno scuolabus con a bordo tredici bambini che si ribaltò affrontando una curva ad Arquà Petrarca, lungo la strada dei Colli in provincia di Padova. L’uomo era stato arrestato e accusato di omissione di soccorso, ma le indagini hanno dimostrato che aiutò i bimbi a mettersi in salvo e se ne andò solo perché minacciato da alcuni genitori.
A cura di Davide Falcioni
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Era stato accusato di omissione di soccorso e aveva anche rischiato il linciaggio: Deniss Panduru, autista rumeno di 51 anni, il 17 maggio 2019 era alla guida di uno scuolabus con a bordo tredici bambini che si ribaltò affrontando una curva ad Arquà Petrarca, lungo la strada dei Colli in provincia di Padova. Il pulmino si adagiò su una fiancata e il conducente, in stato di choc, fu rintracciato a qualche chilometro di distanza oltre un’ora dopo, mentre si allontanava a piedi dal luogo dell’incidente. Erano così scattati gli arresti per omissione di soccorso, accusa da cui tuttavia è stato prosciolto.

Come accertato in questi mesi dalle indagini coordinate dal pubblico ministero Roberto Piccione, che ha chiesto e ottenuto l'archiviazione del caso, è sicuramente vero che Panduru si allontanò dal luogo dell’incidente, ma solo  in un secondo momento e solo dopo essersi accertato che tutti i bambini stessero bene. Perché lo fece, quindi? L'uomo si spaventò per le reazioni dei primi genitori arrivati sul luogo del ribaltamento, alcuni dei quali pronunciarono frasi minacciose nei suoi confronti. Prima di andarsene a piedi, l’autista, secondo il sostituto procuratore, affidò i minorenni in custodia ad altri adulti, e comunque non prima di aver fatto uscire tutti i bambini dal mezzo ed essersi accertato che non si fossero fatti male. Panduru aveva poi recuperato gli zaini ed aveva perfino spazzato la strada per eliminare residui che avrebbero potuto causare un ostacolo alla circolazione. Tanto che l’avvocato Federico Bardelle ha dichiarato: “Stiamo valutando l’eventualità di dar vita ad un’azione risarcitoria”.

L'uomo era stato comunque arrestato e scarcerato una settimana dopo. Nei giorni scorsi è stato scagionato dal'accusa più grave, quella di omissione di soccorso, ma non ha più trovato lavoro: "Porto il curriculum con la mia esperienza ventennale ma poi mettono il nome su Google e nessuno richiama. Io non sono un bandito. Per tutti io resto l’autista ubriaco del pulmino ribaltato, ma ho il mutuo per la casa da pagare", ha commentato a Repubblica l'uomo.

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